Il dibattito politico interno al Partito Democratico finisce per interessare anche quello generale, visto che la questione Congresso può influenzare in maniera decisiva la data del voto, senza dimenticare la questione legge elettorale su cui il Parlamento è chiamato a pronunciarsi. Anche in questo caso, il dibattito all'interno del PD finisce per essere decisivo per anticipare o ritardare la data delle prossime elezioni politiche.

Dopo una pausa, probabilmente di riposo e riflessione, l'iperattivismo di Renzi, essendo meno impegnato rispetto al passato, è sfociato nell'esigenza di scrivere e, soprattutto, comunicare per far sapere agli italiani quanto di buono e bello lui avrebbe fatto durante la sua esperienza da presidente del Consiglio.

Così, ecco che dopo il parto del blog, abbiamo anche la rinascita delle enews. In quella del 30 gennaio, tra i molti argomenti, Renzi ci fa sapere che cosa ne pensa delle elezioni: «Nei palazzi della politica non parlano d’altro. Quando si vota? Come si vota? Chi si candida? Sono temi che sento molto lontani. Sarà l’aria di Firenze, sarà la distanza dal ruolo istituzionale. Ma non riesco a capire come si possa dedicare tanto tempo a questo dibattito. Dopo il referendum, purtroppo, non sarà facile governare l’Italia. La nostra proposta di semplificare il sistema è stata bocciata: il popolo ha votato, viva il popolo.

Pertanto il problema non è con quale legge si vota, visto che questo interessa soprattutto agli addetti ai lavori che sognano un posto in Parlamento, ma quali idee si propongono e quali progetti si presentano.

Dunque tutti discutono di quando si vota: io ne sto lontano mille miglia e lavoro sulle proposte per il futuro. Perché la tempistica delle elezioni o i collegi della legge elettorale interessano chi vuole rientrare in Parlamento. I problemi reali di tutti i giorni interessano alle donne e agli uomini di buona volontà. E io voglio stare con gli italiani, non con gli addetti ai lavori.»

Viene da stropicciarsi gli occhi. Uno come Renzi che vive per registrare i colpi di tosse dei possibili avversari, interni ed esterni al PD, ed analizzarli in funzione del fatto che possano o meno danneggiarlo sembra diventato, ad un tratto, un portavoce dei 5 Stelle.

Quelli che Renzi vuol far credere che non siano per lui i problemi all'ordine del giorno, sono invece i temi che infuocano il dibattito nel partito di cui è segretario... come fa a non accorgersene e a non (pre)occuparsene? La minoranza del Partito preme per avere un Congresso che chiarisca la linea dl partito e per una legge elettorale che dia rappresentatività agli elettori.

Sabato scorso Roberto Speranza, capo della minoranza dem, si è diviso tra la "giornata di militanza" di D’Alema a Roma e l’assemblea di Rimini con Renzi. Questo il suo giudizio: «È inimmaginabile correre verso le politiche senza un momento di partecipazione dal basso, per ridefinire il progetto e la leadership». E riguardo alla legge elettorale: «Se si andasse alle urne ora con il proporzionale puro, temo che non ci sarebbe una maggioranza in Parlamento. Davvero vogliamo votare con una legge che ci mette nel pantano? Se il Pd toglie la fiducia a un suo premier e consegna il Paese all’ingovernabilità non è più il Pd, è il partito dell’avventura».

Questa la posizione di Pierluigi Bersani espressa su facebook: «In una società evoluta la sostanza della governabilità sta nel rapporto fra politica e cittadini. Dunque si può far tutto, compreso anticipare le elezioni, se i cittadini capiscono perché. Dunque, se si parla di legge elettorale, il primo essenziale mattone della governabilità è togliere i capilista bloccati e fare piccoli collegi. Fuori da questa logica c'è solo l'avventura.»

Infine, Gianni CuperloIl congresso va fatto non perché lo Statuto lo imponga o lo vieti. So bene che la scadenza è a fine anno ma di fronte alla enormità di quanto è accaduto, davanti a una sconfitta che non ha prodotto alcuna vera analisi sulla bocciatura di una stagione e di una classe dirigente e davanti a un mondo che cambia con una rapidità impressionante, come si fa a non ragionare e a invocare solo una rivincita da ottenere correndo nella stessa direzione? Sento parlare di carte bollate e statuti da rispettare. Io dico che dovremmo tutti alzare lo sguardo e capire che non si può tornare alle urne senza un disegno credibile per i bisogni di questo paese. Credo sarebbe anche il solo modo per rispettare i nostri elettori, gli iscritti, quelli che nonostante tutto aprono i circoli e non pensano che il solo compito per loro sia montare i gazebo».

E sulla legge elettorale, Cuperlo continua così: «Io dico: diamo al Parlamento la parola su una legge che tenga assieme la rappresentanza con una ragionevole prospettiva di governabilità. Se c’è la volontà lo si può fare, presto e bene. Penso a un sistema di collegi uninominali con un riparto proporzionale dei seggi e un premio di governabilità fisso da assegnare alla prima lista. È una base che sì può discutere ma va nella direzione che milioni di elettori hanno indicato

Queste diverse posizioni tra renziani e non renziani caratterizzano la vita politica attuale. Come sia possibile, considerate le contrapposizioni relative a tesi non certo di secondo piano, non andare ad un chiartimento definitivo all'interno del maggior partito italiano?  Infatti, se Renzi pensa di andare alle elezioni il prima possibile cercando di eliminare il dibattito interno cercando di promuovere e far eleggere solo dei candidati che possano essere a lui collegati, rischia di perdere tutti i voti a sinistra. Invece, se anche nella prossima legislatura si proponesse la stessa situazione di contrapposizione all'interno del PD, ciò causerebbe le stesse attuali tensioni.

Quindi, visto che il Congresso è una "priorità" che Renzi non prende neppure in considerazione, la legge elettorale diventa per lui il punto nodale per impostare la prossima legislatura e avvantaggiarsi il più possibile per cercare alleanze per riuscire a governare, anche con l'aiuto di Alfano e Verdini, promuovendo così una soluzione che preveda un premio di maggioranza alla coalizione.