È una questione di equilibri. La pace in Europa post-Seconda Guerra Mondiale e post-Guerra Fredda si è retta su dei chiari ma talvolta fragili equilibri. Da una parte gli Stati Uniti, dall’altra la Russia, due superpotenze che nonostante siano ufficialmente non in conflitto tra loro, hanno continuato a combattersi in modo continuo, cercando di influenzare la maggior parte degli stati, ed in particolare quelli dell’Unione Europea, provando a trarne vantaggio. Se si guarda all’Italia basti pensare ai soldi russi alla Lega o ai legami tra Steve Bannon e Giorgia Meloni.

Questo continuo tira e molla delle due potenze ha generato una sorta di equilibrio dinamico che ha permesso lo stato di pace in Europa. Ma cosa succede quando si prova a rompere questo equilibrio? E perché è proprio il caso dell’Ucraina?

Da quando è entrato in carica nel 2019, il Presidente dell’Ucraina Zelensky, ha sempre sostenuto l’adesione dell’Ucraina alla UE e NATO. L'Ucraina, con i suoi 603628 km² di estensione è il secondo stato più grande d'Europa e confina con la Russia per 1576 km. L’ingresso dell’Ucraina nella NATO permetterebbe non solo la presenza di truppe statunitensi in un paese che in larga parte confina con la Russia, ma rischierebbe anche di importare un modello ed una visione di società “occidentale”, con il pericolo che possa essere presa d’esempio da altri paesi che sono sotto l’influenza russa e che potrebbero seguirne le orme. Ecco questa è una situazione inaccettabile per il modello russo ed è un qualcosa che va a rompere quell’equilibrio.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina ho visto circolare sempre più l’idea che Putin sia un pazzo nazionalista e che agisca esclusivamente per soddisfare le sue manie di egocentrismo. Ecco mentre sono assolutamente d’accordo sulla definizione di “pazzo nazionalista”, non credo alla semplificazione con cui vengono motivate le sue azioni, e cioè che agisca esclusivamente per appagare il suo ego. Credere questo significa sottovalutare un uomo che detiene il potere in Russia da più di 20 anni ed è francamente da ingenui. Putin ha invaso l’Ucraina perché la sua eventuale entrata nella NATO avrebbe causato uno squilibrio nei rapporti di forza tra le due superpotenze. La sua è stata una scelta strategica studiata e ponderata attentamente.

Se vogliamo prendere una situazione analoga ma per gli USA basti pensare alla crisi dei missili di Cuba, con la possibilità che l'Unione Sovietica posizionasse missili nucleari sull’isola che si trova a circa 150km dalle coste degli Stati Uniti. Una situazione inaccettabile come quella dell’Ucraina.

La triste realtà è che per cambiare questa situazione si può fare ben poco, perché gli Stati Uniti e l’UE sanno benissimo che l’Ucraina non potrà mai entrare nella NATO. Ma ognuno deve recitare il proprio ruolo, ed è giusto che Stati Uniti ed UE condannino ciò che sta avvenendo in Ucraina, ovviamente senza intervenire, se non con alcune sanzioni di cui si dovrà valutare l’entità. La verità, e anche la nostra fortuna, è che una guerra su scala globale non conviene a nessuno, né alla Russia, né all’Europa, né agli Sati Uniti. Ciò su cui dobbiamo riflettere e che dopo tutti questi anni i paesi dell’Unione Europea non sono riusciti ad ottenere un minimo di indipendenza dalle due superpotenze e che il sovranismo tanto decantato da alcuni partiti dei vari paesi dell’unione è solo propaganda, soprattutto visto il fatto che poi sono proprio questi partiti i più legati e succubi delle due potenze.

Concludo esprimendo la mia solidarietà al popolo ucraino, perché se c’è una cosa che non cambia mai è che a farne le spese è sempre il popolo.