«Per la cronaca, la fiscalizzazione del canone è una nostra proposta storica. E rafforza la Rai. Mentre di privatizzazioni che hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del paese ne abbiamo già viste troppe. E direi anche basta.»

Qualunque cosa significhi, questa è stata la prima ammissione ufficiale del Partito Democratico richiamata nel post precedente pubblicato da Matteo Orfini su facebook, fa probabilmente riferimento alla fase di transizione che prevedrebbe che sia lo Stato a pagare il canone alla Rai, fintantoché non sia a regime la raccolta pubblicitaria senza alcun tetto che dalle aziende viene programmata con mesi di anticipo.

Contro la proposta elettorale del Pd con cui Renzi voleva sorprendere e raccogliere consensi tra gli elettori si è da subito schierato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda.


Anche il sindacato dei giornalisti Rai, l'Usigrai, ha espresso il suo parere negativo: "E puntuale come un orologio svizzero parte la campagna elettorale e arriva l’attacco alla Rai.
È un copione che si ripete anni.
Segnaliamo che laddove si è abolito il canone il Servizio Pubblico è stato fortemente ridimensionato. A tutto vantaggio dei privati.
Se questo è l’obiettivo basta dichiararlo apertamente.
Del resto è curioso che prima si mette il canone in bolletta e poi si propone di abolirlo. Vuol dire non avere idee. E infatti ogni volta che abbiamo chiesto un confronto serio su progetti, riforme, innovazione per rilanciare la Rai Servizio Pubblico, sono spariti tutti.
E infatti: i limiti antitrust non si toccano, il sic non si tocca, il conflitto di interessi non si tocca, ma si attacca la Rai. ..."

Infine, sull'argomento, è intervenuto pure il segretario del Pd, in persona, affermando che «si può garantire il servizio pubblico abbassando il costo per i cittadini: mi sembra giusto e doveroso. E noi abbiamo la credibilità per farlo perché abbiamo iniziato ad andare in questa direzione. Continueremo.
Non ci interessano i proclami e le polemiche di giornata: per noi parlano i fatti.»

È possibile garantire un servizio pubblico radiotelevisivo tramite la sola raccolta pubblicitaria? Tecnicamente sì, ma sotto tutti i punti di vista è opportuno non farlo. La sola cosa da fare, invece, sarebbe quella di mantenere il servizio pubblico solo tramite il canone oppure direttamente a carico a dello Stato... il che sarebbe comunque la stessa cosa dato che lo Stato aumenterebbe le tasse ai cittadini.

Perché il servizio pubblico si deve pagare con il canone? Perché, in teoria, dovrebbe operare con un contratto di servizio che favorisca la qualità dei programmi con finalità educative e culturali che non potrebbero invece essere supportate dalla raccolta pubblicitaria.

In pratica, una Rai basata sulla sola pubblicità dovrebbe contendere lo share con Mediaset e lottare giorno per giorno per ottenere sugli ascolti quel valore percentuale in più che gli consenta di poter avere un maggior ritorno economico dalla vendita degli spazi. E fare share con la tv spazzatura è più facile e molto meno costoso che farlo con la tv di qualità. E questo come potrebbe essere compatibile con il contratto di servizio della Rai?

Inoltre, mentre il ministro dell'Economia, un giorno sì e l'altro pure, promette di privatizzare le aziende pubbliche, il Pd di Matteo Renzi vuole consentire ad un'azienda pubblica di entrare in concorrenza con le aziende private, togliendo loro le risorse pubblicitarie. Non è un controsenso? Allora, tanto vale dire che si vuole privatizzare la Rai e farla finita.

Un servizio che si definisce pubblico dovrebbe operare senza ricorrere alla pubblicità, essere indipendente dalla politica, mantenersi oltre che grazie al canone anche grazie alla produzione di programmi di qualità da rivendere all'estero, ottimizzare i costi a ciò che è strettamente essenziale al contratto di servizio senza ricorrere ad un numero di canali inutili e costosi visti da poche persone.

Se quanto annunciato è da considerarsi come antipasto di ciò che ci attende nella prossima campagna elettorale, soprattutto da un partito che dice di opporsi alle forze populiste, allora vuol dire che nelle prossime settimane assisteremo a quanto di peggio la politica riesce ad offrire.