Si è svolta il 26 luglio al Quirinale la tradizionale cerimonia di consegna del "Ventaglio" al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte del Presidente dell'Associazione Stampa Parlamentare Sergio Amici alla presenza dei componenti del Consiglio direttivo, degli aderenti dell'Associazione e di personalità del mondo del giornalismo.

Nell'occasione il Presidente Mattarella ha pronunciato un discorso in cui ha trattato i principali argomenti del momento: siccità, sicurezza, migranti, politica, economia...

Ma la parte iniziale del suo discorso Mattarella l'ha dedicata alla stampa, rammentandone l'importanza di quella libera, della sua capacità di analisi e il suo ruolo di termometro della democrazia come - sempre secondo Mattarella - avviene nel nostro come in altri Paesi. Invece, dove la stampa viene limitata nascono allarmi e possibili involuzioni autoritarie.


«Talvolta, qua e là, sembra emergere un certo fascino per il potere forte. Si è anche coniato il termine di 'democrazia illiberale', con una singolare contraddizione in termini. La democrazia si identifica con la libertà, non si esaurisce nel pur fondamentale momento delle elezioni generali. Queste devono essere davvero pienamente libere, ma vanno integrate da altri elementi: la distribuzione delle funzioni del potere tra organi diversi, il loro equilibrio, i contrappesi e, tra questi, la libera stampa è uno dei principali.

In Italia di recente è stata riformata la normativa sull'Ordine dei giornalisti, consolidando l'autonomia della professione e riaffermandone il carattere di professione intellettuale. Adesso va attuata. È stata una scelta importante, in presenza della rivoluzione digitale che comporta un forte cambiamento nel panorama dell'informazione, sia sul piano della fruizione che su quello della sua produzione, ampliando a una quantità pressoché smisurata di soggetti sia la fruizione che la formazione delle notizie.

Questo fenomeno apre - come voi sapete meglio di chiunque altro - tanti problemi e riflessioni. Non a caso è esploso il fenomeno delle fake-news, dei 'fattoidi', come li chiamava Norman Mailer, definendo questi come "le notizie inesistenti che divengono tali perché pubblicate da un giornale o da una rivista".

Il dizionario di Oxford va anche un po' al di là: definisce i 'fattoidi' come "le notizie non verificate nella loro autenticità e veridicità"; non soltanto , dunque, quelle decisamente false ma anche quelle non verificate. Questo è ciò che distingue il giornalismo dal resto.

Sanno bene i giornalisti - e anche gli editori - che la loro professione si fonda sulla verifica dell'attendibilità e dalla ricerca della verità. Per questo ritengo importante questo appuntamento annuale, al di là dell'occasione che fornisce lo spunto: il trasferimento al Quirinale della simpatica tradizione del ventaglio avviata tanto tempo fa in sede parlamentare.»

È evidente l'ottimismo, ma forse più pragmaticamente si dovrebbe parlare dell'ipocrisia, che caratterizza le parole di Mattarella. La stampa italiana, a parte rarissimi episodi, riproduce le notizie che vengono passate dalle agenzie di stampa e traduce quelle dei giornali esteri. E per quanto riguarda la descrizone della realtà politica riprende comunicati e veline che provengono dalle segreterie dei partiti, oppure riporta le dichiarazioni del politico di giornata riprese da una telecamera inviata per l'occasione.

Che Mattarella possa sostenere che la professione dei giornalisti si fondi sulla verifica dell'attendibilità di una notizia, e sulla ricerca della verità può essere più che ragionevole, ma che questo stia avvenendo in Italia, può essere catalogato in ciò che Mattarella ha definito un fattoide, notizia non verificata nella sua autenticità e veridicità.