L'articolo di fine settimana dell'Ufficio studi della Cgia ci ricorda un aspetto sicuramente interessante e, forse, poco conosciuto del sistema fiscale italiano. Infatti, insieme ad un livello di tassazione molto elevato, che Stato ed enti locali applicano a persone ed aziende, vi è anche un mare di deduzioni e bonus, naturalmente sempre garantite da Stato ed enti locali, che provvede ad attenuarne gli effetti. Quindi, da una parte l'amministrazione pubblica chiede al contribuente di pagare delle tasse molto elevate, dall'altra gli riconosce delle agevolazioni per pagare di meno.

Quante sono queste agevolazioni? In base a quanto riporta la Cgia, sono 466 e valgono annualmente oltre 142 miliardi di euro! Quelle raccolte alla voce "tax expenditures", pari a 20, da sole valgono per l'anno in corso oltre 54 miliardi di euro.

Perché la Cgia abbia tirato in ballo questi bonus e detrazioni ce lo spiega il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo: «Questo tesoretto, costituito in linea generale da oltre 142 miliardi, è finito nel mirino delle promesse elettorali presentate in questi giorni dai big della politica nazionale.

La riduzione delle tasse, l’aumento delle pensioni minime o l’introduzione del reddito di cittadinanza potrebbero essere in gran parte realizzate attraverso una sforbiciata a queste agevolazioni che, quasi sicuramente, andranno però a penalizzare chi oggi beneficia di queste misure.

Che sia necessario disboscare questa giungla di misure agevolative è fuori discussione, ma è altresì importante non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Non vorremmo, infatti, che a pagare il conto fosse ancora una volta il ceto medio che, rispetto alle altre, è stata la fascia sociale più colpita dalla crisi di questi ultimi 10 anni.»

Quindi, se lo Stato riformulasse questo "tesoretto" in una minore tassazione, si otterrebbe semplicemente lo stesso risultato ma in maniera più equa, distribuendone i benefici in modo uniforme su tutti gli italiani e non solamente su alcuni più fortunati o più furbi di altri. Probabilmente non sarebbe possibile che "tutti" i 142 miliardi potrebbero, almeno da subito, essere utilizzati a tale scopo, ma certamente una gran parte sì. E perché non farlo, allora?

Perché in questo modo i partiti italiani verrebbero a perdere lo strumento di "ricatto" con cui costruiscono la loro base elettorale: la clientela. Infatti, tenere alte le tasse ed elargire poi bonus e detrazioni è il modo più semplice per creare, mantenere ed allargare una propria base elettorale. Per questo, la classe politica italiana ha creato questo sistema ingiusto di gestione delle risorse pubbliche e se alcuni adesso dicono di volerlo rivedere è per farlo solo in parte, sempre in base alle convenienze della propria "clientela elettorale".

Quando si andrà a votare, sarebbe opportuno ricordarsi anche di questo. In fondo non è un particolare di poco conto!