Spesso sentiamo parlare di allergie alimentari e intolleranze alimentari, problematiche abbastanza comuni che interessano  circa il 6% dei bambini e il 5% degli adulti.

Esistono però tutta una serie di "reazioni lievi o occasionali" che elevano le percentuali a livello anche del 20 % della popolazione.

Negli ultimi anni si è visto un proliferare di pubblicità e di articoli pseudoscientifici che pubblicizzano esami  strumentali per la diagnosi delle "cosiddette intolleranze alimentari".

Quando parliamo di allergie alimentari parliamo di un capitolo molto complesso e ampio delle patologie di origine immuno-allergiche. Sono tutte manifestazioni che posso insorgere sia nei bambini che negli adolescenti o in età adulta.

Dobbiamo inoltre ricordare che l’assunzione di un qualsiasi alimento (come accade per un farmaco) può provocare una reazione che può essere più o meno grave ed imprevista: parliamo di reazione avversa ad alimenti.

Ogni reazione ad un alimento può essere  una reazione tossica o una reazione da ipersensibilità.

Le reazioni tossiche sono di solito dovute a agenti chimici che contaminano l’alimento. Tra queste annoveriamo i pesticidi,le tossine prodotte da batteri o da miceti.

Le reazioni alimentari da ipersensibilità  invece possono essere reazioni allergiche o non allergiche.

Sono reazioni allergiche quando alla base di esso esiste ed è dimostrabile un meccanismo immunologico mediato o meno  dalle Immunogloboline E  (le igE).

Alle reazioni alimentari non allergiche vengono associate le "intolleranze alimentari" di cui tanto spesso si sente parlare. Queste intolleranze possono essere dovute da un deficit di qualche enzima, dalla presenza di sostanze dette amine vasoattive  o a meccanismi ancora sconosciuti.

Negli adulti circa il 90% delle reazioni allergiche sono provocate dal pesce, crostacei, molluschi, dalla frutta secca e da alimenti di origine vegetale spesso anche di specie botaniche diverse e cross reagenti. In realtà hanno in comune sostanze proteiche (allergeni) che ritroviamo specialmente nelle bucce della frutta, sono sostanze spesso resistenti al calore e quindi attive anche nei succhi di frutta e marmellate.

Tra queste proteine annoveriamo la profillina, la lipid transfer protein e l’albumina 2 s. Abbiamo poi  le proteine del lattice e le chitinasi. In alcuni soggetti che risultano allergici al polline, l’assunzione di  alimenti vegetali come una semplice mela, pera, melone, pesca, determinano la comparsa di bruciore, gonfiore e prurito a livello della bocca.

Di solito sono sintomi molto lievi e che non provocano effetti gravi.

Anche il metallo pesante nichel moto diffuso in natura, può ritrovarsi in molti alimenti vegetali e può essere o un contaminante  di cibi in scatola o componente naturale. In entrambi i casi provoca sintomatologia gastrointestinale o cutanea (la cosiddetta sindrome allergica da nichel).

Quasi tutte le reazioni allergiche da alimenti sono dovute ad un meccanismo immunologico mediato dalle Immunoglobuline  tranne per il nichel dove è dimostrato un meccanismo diverso mediato da cellule.

Ogni reazione del genere è in realtà una abnorme risposta del nostro sistema immunitario di difesa verso una sostanza introdotta dall’esterno (antigene) .

Di solito la barriera fisiologica della nostra mucosa gastrointestinale  non consente il passaggio in circolo di determinate sostanze ma ogni alterazione o immaturità di tale barriera possono causare il passaggio nel circolo sanguigno di queste sostanze.

Nei bambini  al di sotto dei 4 anni ad esempio questi sistemi di difesa possono essere immaturi e consentire appunto il passaggio in circolo di tali sostanze allergizzanti.

Le intolleranze alimentari  di natura enzimatiche invece sono altra cosa. Sono causate dalla incapacità del nostro organismo a metabolizzare  alcune sostanze contenute negli alimenti ingeriti. Di solito si tratta di deficit enzimatici di singoli enzimi  intestinali che servono per digerire il fruttosio, il lattosio o altri carboidrati  e che sono dovuti o a primitivi deficit enzimatici di tipo genetico oppure secondari a malattie dell’apparato digerente  quali la celiachia, la malattia di Crohn o anche varie gastroenteriti di tipo virale, batterico o da altri patogeni.

I carboidrati non digeriti nell’intestino raggiungono il colon e qui vengono attaccati dai batteri con produzione di gas e altre sostanze che richiamano acqua e provocano quindi spasmi e diarrea.

Tutte le allergie alimentari possono manifestarsi con quadri più o meno gravi fino al temutissimo shock anafilattico che può condurre alla morte. Spesso la manifestazione che più  si associa alle allergie alimentari sono le manifestazioni cutanee con pomfi (orticaria), nei bambini invece sono comuni i sintomi gastrointestinali  con nausea vomito, diarrea e dolore anche se raramente possiamo sempre avere sintomi a carico dell’apparato respiratorio con rinite e asma.

Per fare la diagnosi bisogna innanzitutto saper fare una attenta anamnesi, ossia la raccolta di informazioni riguardante l’insorgenza, il nesso con l’assunzione di alcuni alimenti. Bisogna cercare di identificare l’alimento sospetto  e il primo esame diagnostico da effettuare è il prick test.

Il test è innocuo e indolore e può essere effettuato a qualunque età e in qualsiasi periodo dell’anno, purché non sia in corso una terapia con farmaci antistaminici, che devono essere sospesi una settimana prima di eseguire il test. Il test si esegue pungendo leggermente la cute con un’apposita lancetta per prick test e applicando una goccia di allergene sulla cute dell’avambraccio. Se il test è positivo, nel giro di alcuni minuti compare un piccolo rigonfiamento pruriginoso (simile a una puntura di zanzara), nel punto in cui è stato applicato l’allergene.

Altre indagini utili sono il dosaggio delle IgE totali e delle IgE specifiche che ci danno indicazioni precise sulla risposta immunitaria verso uno specifico componente dell’alimento.

Ma la diagnostica e terapia sono  compiti  specifici del medico e  in particolare dello specialista allergologo, pediatra o gastroenterologo.

Nel caso invece delle intolleranze alimentari bisogna avere un approccio multidisciplinare, fare ricorso al breath test per valutare l’intolleranza al lattosio.

Bisogna escludere patologie gastrointestinali quali celiachia gastroenteriti di varia natura.

A volte è complessa definire  la causa dell’intolleranza alimentare e spesso bisogna procedere con calma a ricercare la causa tenendo conto del racconto che fa il paziente oppure giungere a testare ad esempio alcuni additivi ( solfiti, nitriti o altri ).

Questo è un compito specialistico e inutili se non pericolosi sono tanti test pubblicizzati  quali i test di provocazione intradermica o sublinguale, biorisonanza, iridologia,analisi del capello , spesso frutto solo false pubblicità.


Proprio per evitare notizie e pratiche non corrette è stato realizzato, già nel 2015, un documento sul tema da parte della società di allergologia e pediatria che è possibile scaricare qui: 
drive.google.com/file/d/1WdYHvN2nRBFS1BeKw5SyEj-8JX7EbQ46/view?usp=sharing