Alle 16 il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si recherà a Montecitorio per informare la Camera sugli esiti del Consiglio europeo e sull'accordo raggiunto in relazione al Recovery Fund. Quello che dirà, il premier lo ha già anticipato al Senato, questa mattina, dove ha spiegato l'andamento dei lavori di Buxelles, il significato politico del risultato ottenuto, quello materiale ed ha ringraziato tutti per l'esito della trattativa... italiani compresi.

Questo è quello che ha detto...

Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, ho ritenuto mio dovere essere qui oggi davanti a voi per riferire sugli esiti di un Consiglio europeo che ha assunto decisioni di portata storica e che, per il rilievo delle questioni trattate, si è prolungato ben oltre le aspettative iniziali. Si è trattato di un vertice straordinario anche in termini di complessità, in linea con l'elevata posta in gioco.Quello che nelle comunicazioni rese qui al Parlamento lo scorso 15 luglio consideravo un auspicio oggi è certezza. L'intesa raggiunta rappresenta senza dubbio un passaggio fondamentale, che ci spinge ad affermare, senza enfasi, che l'Europa è stata all'altezza della sua storia, della sua missione e del suo destino.L'Unione europea sta affrontando una crisi sanitaria, economica e sociale che si è manifestata sin dal suo più tragico esordio simmetrica e sistemica. Ha coinvolto tutti i Paesi; ha profondamente scosso la vita dei cittadini europei; ha inciso in misura significativa sulla società, sulle economie, costringendo a riconsiderare in modo repentino prospettive e modelli di sviluppo. Di fronte a uno shock di tali proporzioni, nel corso di questi drammatici mesi l'Unione europea ha saputo rispondere con coraggio e con visione, fino ad assumere ieri la decisione di approvare, per la prima volta, un ambizioso programma di rilancio finanziandolo tramite l'emissione di titoli di debito autenticamente europei. In questo modo, si è realizzato ieri un radicale mutamento di prospettiva: in passato si tendeva - non lo dimentichiamo - a intervenire nel segno del rigore, affidandosi a logiche di austerity, che si sono poi rivelate - lo sappiamo - inadeguate, finendo per deprimere il tessuto sociale e produttivo, comprimendo financo la crescita.Oggi, invece, l'approvazione del poderoso piano di finanziamento, che peraltro completa il quadro di molti altri interventi già assunti e adottati, è interamente orientato alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile, nel segno in particolare della digitalizzazione e della transizione ecologica. Con la decisione di ieri il Consiglio ha abbracciato, quindi, una diversa prospettiva in favore di un'Europa più coesa, più inclusiva, più solidale, più vicina ai cittadini e, in definitiva, più politica e certamente più coerente con lo spirito originario del sogno europeo, quello di coloro che, dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale, prefiguravano l'idea di un'unità fondata su una comunione di valori, di storia e di destino. È l'unico percorso possibile per preservare l'integrità dello stesso mercato unico e la stabilità stessa dell'Unione monetaria.Questo risultato positivo non era affatto scontato a marzo - lo ricordiamo tutti -quando l'Italia, insieme ad altri otto Stati membri, propose che il recovery fund affiancasse, con pari dignità politica ed economica, gli altri strumenti di risposta che erano già sul tavolo del Consiglio europeo. Come è noto, sin dall'inizio dell'emergenza del Covid-19, l'Italia ha subito messo in evidenza che la crisi nella quale l'intero continente era precipitato presentava caratteri di straordinaria gravità, assumendo i tratti di una recessione senza precedenti, peraltro sopraggiunta in un contesto macroeconomico già caratterizzato da elementi di profonda fragilità, acuito dall'inasprimento di persistenti squilibri sociali e territoriali.Già la proposta franco-tedesca del 18 maggio e la proposta della Commissione europea del 27 maggio per la creazione del pacchetto next generation EU e per l'elaborazione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 erano animati da questa visione. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, nell'elaborare la proposta che ha fornito poi la base negoziale su cui si è avviato il confronto fra i Paesi membri, non si discostava nella sostanza da quei presupposti.Si è trattato di un'interlocuzione serrata, complessa, nel corso della quale si sono confrontate una pluralità di posizioni e di interessi.Un intenso impegno politico e diplomatico, nei giorni e nelle notti di negoziato in particolare - ma ovviamente il lavoro è iniziato ben prima - ha consentito di vedere confermato il volume complessivo pari a 750 miliardi di euro, pur a fronte del riequilibrio tra grant (sussidi), come sapete passati da 500 miliardi di cui alla proposta originaria ai 390 miliardi di euro attuali, e loan (prestiti), passati da 250 a 360 miliardi di euro, a causa della visione anacronistica di pochi Stati membri. Quindi, nel complesso, la proposta è rimasta integra quanto alla sua portata economica. È stata in tal modo confermata una risposta ambiziosa, adeguata alla posta in gioco, il funzionamento del mercato unico e il rilancio delle economie europee interdipendenti, e in questa prospettiva abbiamo lavorato non soltanto - vedete - per tutelare la dignità del nostro Paese, per promuoverne il ruolo di primo piano in Europa, ma anche per salvaguardare le prerogative stesse delle istituzioni europee da alcuni tentativi ben insidiosi, emersi durante il negoziato, di snaturare l'essenza autenticamente comunitaria del programma next generation EU, contribuendo alla piena affermazione del principio di solidarietà.Devo confessare che ci sono stati dei momenti, durante la lunga fase dei negoziati, nei quali la rigidità delle differenti posizioni sembrava addirittura insuperabile. Anche in quei momenti più critici, tuttavia, continuava a maturare la sempre maggiore consapevolezza di un profondo senso di responsabilità verso i nostri popoli; non potevamo fallire, né accedere a un mediocre compromesso o addirittura rinviare la decisione. Per questo, con tenacia, con determinazione, abbiamo proseguito il confronto a oltranza fino all'alba di ieri.Possiamo dirci soddisfatti di un risultato positivo, che non appartiene ai singoli; non appartiene neanche a chi vi parla e al Governo e - se mi permettete - neppure alle forze di maggioranza: è un risultato che appartiene all'Italia intera.Desidero ringraziare tutti i Ministri, i quali non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno nel corso dell'intera durata del negoziato.Permettetemi di riservare una particolare menzione al ministro Amendola perché era con me a Bruxelles e ha condiviso le difficoltà che materialmente abbiamo incontrato.Mi sento davvero di ringraziare tutte le forze di maggioranza: ancora una volta avete sostenuto in modo compatto il Governo, l'azione del Governo, sulla base di una convinta condivisione di questo progetto. Grazie! Permettetemi di ringraziare anche quelle forze di opposizione che, pur nella diversità di posizioni, hanno compreso l'importanza di questo passaggio storico e i beni in gioco, nella prospettiva dell'interesse nazionale. Anche a voi, grazie!Possiamo riassumerlo: la classe politica italiana, nel suo complesso, ha dato una grande prova di maturità in quest'occasione.Infine, voglio ringraziare anche tutti i cittadini italiani, perché il loro comportamento, il loro sostegno, che ha portato a questo risultato, è iniziato già nei primi giorni della pandemia. Durante le settimane più dure, con la prova di resilienza di cui, primi fra tutti in Europa, i nostri cittadini hanno dato testimonianza, con il senso di comunità che hanno saputo esprimere in quei giorni, durante i quali ho avvertito forte il loro sostegno, essi hanno rafforzato oggettivamente la posizione, l'autorevolezza e la credibilità del Governo italiano al tavolo delle grandi decisioni.Quindi, è anche grazie a loro che l'Italia è stata all'altezza della sfida e ha portato a casa questo importante risultato. Tutti dobbiamo esserne orgogliosi. L'Italia ottiene un risultato all'altezza delle aspettative, un esito - lo avete constatato - persino migliore rispetto all'iniziale proposta avanzata dalla Commissione europea per quanto concerne l'ammontare complessivo dei fondi destinati al nostro Paese. 

segue...