Ieri, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha ripreso la polemica sulle ONG coinvolte in un presunto traffico di migranti scrivendo la seguente nota:

"Oggi [ieri, ndr] un articolo di Repubblica (che sconfessa Saviano su Repubblica di ieri) ci conferma che la Procura di Catania è in possesso di conversazioni tra scafisti ed esponenti di una ONG spagnola. Dagli interrogatori della polizia di Trapani, emergerebbe inoltre che diversi scafisti in passato avrebbero fornito il numero di telefono di alcuni esponenti delle ONG ai migranti per farsi raggiungere. Fatto confermato anche da Frontex.

Rispetto a tutte queste notizie, secondo una certa intellighenzia io dovrei stare zitto e tollerare. I cittadini sono con noi su questa vicenda, vogliono la verità. Altri vogliono nasconderla, come si è fatto per quelle cooperative vicine al Pd e a Ncd che lucravano sull'immigrazione.

Io penso che il dovere della politica sia quello di accertare i fatti in modo da fermare ingiustizie: una cosa sono i salvataggi in mare (che devono fare Marina Militare e Guardia Costiera con le regole di ingaggio che gli fornisce lo Stato italiano), altro è il servizio di trasporto per conto terzi (gli scafisti), che va assolutamente fermato.

Ci sono molte ONG oneste, ci aiutino a denunciare. Dicano quello che sanno."

Accuse che hanno procurato indignazione e nervosismo in molte organizzazioni che operano in soccorso ai migranti. L'indignazione deriva dal fatto di sentirsi accusate ingiustamente, il nervosismo da quello che una simile campagna, portata avanti in questo periodo dell'anno, non può che danneggiare la raccolta di finanziamenti provenienti dal 5x1000.

Questo è quanto risponde Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children, alle accuse di politica e procura.

«Se ci sono prove rispetto alle gravissime accuse nelle operazioni o nelle fonti di finanziamento delle ONG che operano nel Mediterraneo nella ricerca e soccorso in mare dei migranti, chiediamo che emergano quanto prima. Fino a quando non saranno definite eventuali responsabilità, continuare a generalizzare non solo non è utile a fare chiarezza ma contribuisce a creare un generale clima di sfiducia di cui rischiano di farne le spese bambini, donne e uomini in fuga.

Save the Children è al di sopra di ogni sospetto, come affermato dalla stessa Procura di Catania. La nave Vos Hestia opera nella piena legalità e le fonti di finanziamento dell’Organizzazione sono totalmente trasparenti, ma vogliamo ancora una volta ribadire e respingere con forza ogni accusa – seppure generalizzata - della benché minima connessione con i trafficanti.

Il lavoro delle ONG nelle operazioni di salvataggio è stato prezioso e continua ad esserlo. Per questo motivo è ancor più importante fare presto e accertare, se ci sono, irregolarità, facendo chiarezza e consentendo così alle persone impegnate nelle operazioni di continuare a lavorare nelle migliori condizioni possibili.»

Ma Save the Children non è la sola ad indignarsi. Queste le dichiarazioni di Regina Catrambone di MOAS (Migrant Offshore Aid Station) nata nel 2013 dopo il naufragio al largo dell’isola di Lampedusa, in cui annegarono più di 400 tra uomini, donne e bambini.

«Sono polemiche sterili. La verità è solo una: nessuno vuole aiutare queste persone.

Ho letto che stanno facendo un’indagine conoscitiva ma ad oggi non ho mai parlato con alcun procuratore. Io so solo che il Moas è stato citato e ci stanno facendo una "pubblicità regresso" orribile. Non capisco perché. Forse perché siamo una fondazione registrata a Malta che rispetta le regole del diritto maltese. Siamo anche registrati in Germania, siamo una Onlus italiana e ci stanno rovinando la campagna del 5 per mille.

Non abbiamo mai ricevuto soldi da Soros. Noi riceviamo fondi tramite una piattaforma mediatica da tanti privati che vogliono donare. Sono degli ignoranti, forse non capiscono l’inglese perché dal 2014 è tutto spiegato in un documentario pubblico sul nostro sito. Usiamo un drone ad alta tecnologia per la ricerca e il soccorso in mare.

Mi facciano vedere i bonifici che attestano che io ho preso soldi dai trafficanti o che i trafficanti fanno le telefonate. Il mio telefono è sotto controllo, lo so, non ho niente da nascondere. Portate le evidenze, i fatti. Ma non possono dirmi che io ho fatto questo per farmi pubblicità. Il mio appello è: la solidarietà si vive, non si racconta. Io la vivo. Chi mi accusa cosa sta facendo? Noi Catambrone siamo stati i primi a investire i propri soldi e la propria vita al servizio del fratello. Poi non ce l’abbiamo fatta più a sostenere le spese da soli, così dopo il 2014 abbiamo aperto una raccolta fondi, e a noi si sono unite varie organizzazioni, tra cui Msf, Cri italiana e internazionale, con spese condivise.

Io e mio marito siamo stati ispirati dalla chiamata di misericordia di Papa Francesco. L’ho incontrato a dicembre 2016 e gli ho spiegato la mia missione. Gli ho chiesto di non abbandonare le persone in mare. Io sono semplicemente una donna cristiana che, vedendo gente che moriva in mare, ha voluto salvare le persone, non essere indifferente o voltarsi dall’altra parte. Questa è la verità: non c’è alcuna setta segreta. Io sono una donna libera che ama le persone, a qualunque razza e credo appartengano. Sulla nave a Pasqua sono saliti anche sacerdoti, che ci hanno aiutato a celebrare la Settimana Santa. È stato lanciato un appello dal Papa: lui è il mio capo spirituale, ci ha chiesto di non abbandonare i fratelli e io ho risposto.»

Al di là delle più che probabili intenzioni propagandistiche dei 5 Stelle nel volersi autenticare come sceriffi anti migranti per contendere qualche percentuale di voto al centro destra, è anche opportuno sottolineare l'opacità delle dichiarazioni della Procura di Catania.

Infatti, nel caso in cui la Procura abbia le prove di una condotta illecita da parte di alcune organizzazioni che lucrerebbero sul traffico di persone insieme ai trafficanti, che agisca immediatamente con gli strumenti che la legge le mette a disposizione.

Inoltre, se ritiene che i contatti tra migranti e ONG che operano con navi che stazionano nel Mediterraneo possano essere interpretati non come richiesta di aiuto, ma come campanello d'allarme per possibili comportamenti criminali, allora pubblichi un protocollo di comportamento cui le ONG debbano attenersi per soccorrere i migranti in mare.

Infatti, al di là delle supposizioni, resta comunque il fatto che i migranti in mare ci sono e che le navi delle ONG sono lì per salvarli. Che cosa dovrebbero fare le ONG per essere dichiarate oneste a prescindere? Lasciar affogare la gente che invece dovrebbe soccorrere?