Macron ieri gli aveva chiesto un congelamento delle colonie come gesto di buona volontà da parte di Israele nei confronti della controparte palestinese, oggi la ministra degli Esteri dell'Ue, Federica Mogherini, gli ha riproposto il piano dei due Stati con Gerusalemme capitale condivisa, ma Netanyahu ha ripetuto sempre le stesse parole.

Così, difendendo la scelta di Trump, ha ribadito che Gerusalemme è la capitale degli ebrei da 3mila anni, chè è capitale d'Israele da 70 e che non vi può essere alcun piano di pace che non parta da un riconoscimento di Israele come Stato ebraico, con Gerusalemme sua capitale.

Nella dichiarazione ufficiale che ha riassunto la posizione dell'Ue, quella ribadita dalla Mogherini prevede invece "che l'unica soluzione realistica al conflitto tra Israele e Palestina si basi su due stati con Gerusalemme come capitale sia dello Stato di Israele che dello Stato palestinese lungo la linea 1967."

La Mogherini ha inoltre aggiunto che "questa è la nostra posizione consolidata e continueremo a rispettare il consenso internazionale su Gerusalemme fino a quando lo status finale della città Santa sarà risolto attraverso i negoziati diretti tra le parti. E speriamo che le parti possano impegnarsi in negoziati diretti e significativi con il sostegno della comunità internazionale."

Nonostante stesse incontrando la rappresentante della politica estera dell'Unione europea, Netanyahu ha detto di credere che in futuro anche la maggior parte dei paesi europei sposterà la propria ambasciata a Gerusalemme, seguendo l'esempio americano e riconoscendola così come capitale di Israele.

Le dichiarazioni di Netanyahu, come la politica interna israeliana nei confronti dei palestinesi in merito alla gestione dei territori occupati, dimostrano l'assoluta arroganza di Israele e lo scarso peso politico delle Nazioni Unite. Israele è uno stato che discrimina i palestinesi e ne sfrutta il territorio in barba a qualsiasi convenzione internazionale. Nonostante questo, le Nazioni Unite non possono intervenire con sanzioni che costringano Israele a revocare la propria politica di apartheid nei confronti dei palestinesi e a riportarla al tavolo delle trattative.

Nell'attuale situazione, complici gli Stati Uniti, gli israeliani non hanno alcun interesse reale nel modificare l'attuale statu quo da cui possono ricavare solo vantaggi, sfruttando, sotto ogni punto di vista, il popolo palestinese.