Stamattina, alle 11, alla Camera si sono riunite in forma congiunta le Commissioni Giustizia e Affari sociali per discutere, come riporta l'ordine del giorno, delle "disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati".

Questo è quanto accaduto come riportato in post sulla propria pagina facebook dal deputato di Sinistra italiana Daniele Farina: «In conseguenza dei lavori delle Commissioni riunite svoltesi in data odierna, ho ritenuto di presentare le dimissioni da relatore.

Sono state infatti bocciate tutte le proposte emendative volte ad ampliare il testo dalla sua ultima formulazione.

Bocciata una regolazione dello stato diversa dall'attuale "monopolio di organizzazioni criminali", bocciata persino la liceità della coltivazione personale anche solo per l'uso terapeutico.

Un testo molto distante dal dibattito pubblico di questi anni in Italia e dalle esperienze che vanno svolgendosi in diversi Stati del mondo.

Un testo molto timido anche per i fini, terapeutici, che vorrebbe facilitare al punto da dubitare fortemente della sua efficacia. Dimissioni necessarie che rendono più libero me e il gruppo di Sinistra Italiana per il confronto in Aula.»

Daniele Farina, nella sostanza, ci comunica che alla legge presentata mesi fa per legalizzare l'uso della cannabis, regolandone consumo e vendita, sono stati emendati gran parte dei suoi contenuti principali, mentre sono rimasti - oltretutto molto "annacquati" - quelli relativi all'uso medico.

Tanto per esser chiari, nel nuovo testo, secondo uno degli ultimi emendamenti approvati, l'uso medico della cannabis finanziato dallo Stato sarà permesso, ma solo se ci saranno risorse disponibili. Quindi, si rinuncia ad offrire ai propri cittadini anche questa garanzia.

Dato che alla Camera anche nelle Commissioni il numero dei parlamentari PD è prevalente, se il contenuto di questa legge è stato praticamente emendato fino al punto da distrorcerne il significato, è necessario "ringraziare" il Partito Democratico ed i suoi lungimiranti parlamentari.

Probabilmente, con questa scelta hanno pensato di poter infliggere un duro colpo alla criminalità organizzata che, proprio grazie al traffico delle cosiddette droghe leggere, fa enormi fatturati e conseguenti guadagni illeciti!

Ma la lungimiranza dei parlamentari PD e del condottiero che li guida va ben oltre la logica e il buon senso... ci sono le elezioni in ballo ed un elettorato di riferimento, quello di centro destra, da conquistare e liberalizzare la cannabis non porterebbe ad acquisire voti in quel "bacino di utenza".

Ma perché allora, perder tempo a discuter leggi che, se approvate, non porterebbero quasi nulla di nuovo alla situazione attuale? E questo non sarebbe un esempio di spreco di denaro pubblico?