"Per tutta la giornata di oggi, a partire dalle 10 e fino alle 20, saranno attive su Rousseau le votazioni sul Contratto per il Governo del Cambiamento.

Se voi deciderete che è la strada giusta da percorrere, nonostante quello che dicono tutti i giornaloni italiani e stranieri, nonostante qualche burocrate a Bruxelles, nonostante lo spread, allora come capo politico del MoVimento 5 Stelle firmerò questo contratto per far finalmente partire il governo del cambiamento.

Adesso è il vostro momento. Abbiamo lavorato più di 70 giorni per arrivare fino a qui e proporre quanto tutti insieme abbiamo detto in campagna elettorale. Poi questo week end i nostri attivisti, i nostri iscritti, i nostri portavoce saranno nelle piazze di tutta Italia per far conoscere i contenuti di questo contratto."

 

Quale sia la logica in queste parole è ancora da comprendere. Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, invita gli iscritti a votare, nella giornata di venerdì, dalle 10 alle 20, il loro assenso o il loro dissenso su un accordo politico i cui contenuti verranno illustrati, de visu, solo nel week end. Non per voler essere polemici a tutti i costi, ma è evidente l'irrazionalità delle parole sopra riportate.

Venendo poi ai contenuti del Contratto per il Governo del Cambiamento, quello che salta agli occhi, prima di tutto è il tema relativo alle risorse. Risorse è un termine che nel testo viene utilizzato 39 volte, ma quasi mai viene accompagnato a delle cifre. Quindi, come sia possibile dar seguito, oltre a capire quando, alla revisione della Fornero, alla flat tax ed al reddito di cittadinanza è francamente un mistero, dato che nel testo le risorse per tali provvedimenti non sono indicate.

Come non è indicato neppure il termine Rai, anche se per la gestione del servizio radio televisivo pubblico verranno adottate "linee guida di gestione improntate alla maggiore trasparenza, all’eliminazione della lottizzazione politica e alla promozione della meritocrazia nonché alla valorizzazione delle risorse professionali di cui l’azienda già dispone."

In che cosa possa poi concretizzarsi tutto ciò è difficile capirlo, dato che un testo simile è adattabile a qualsiasi situazione. Ma è proprio questa la filosofia del contratto. Una enumerazione di principi e di promesse su cui tutti non potrebbero non essere d'accordo, ma che, nella maggior parte dei casi, non sono accompagnati da contenuti specifici che diano una certezza sul quando e sul come e con quali mezzi certe decisioni saranno applicate.

Una vaghezza imbarazzante utilizzata anche in rapporto al destino di aziende e opere pubbliche. Ecco degli esempi.

"Con riferimento ad Alitalia siamo convinti che questa non vada semplicemente salvata in un’ottica di mera sopravvivenza economica bensì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo."
Adesso nazionalizzeremo Alitalia? E l'Europa che cosa ne penserà?

"Inoltre, con riferimento alla banca Monte dei Paschi, lo Stato azionista deve provvedere alla ridefinizione della mission e degli obiettivi dell’istituto di credito in un’ottica di servizio."
Anche in questo non è possibile comprendere le finalità di tale affermazione. In compenso, per non saper né leggere, né scrivere, chi aveva delle azioni di MPS le ha vendute, provocando il crollo del titolo in Borsa.

"Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia."
E che vuol dire? Verrà fatta oppure no?

Una vaghezza ed una approssimazione che invece vengono meno quando si parla della Russia di Putin: "Si conferma l’appartenenza all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato, con una apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia ma quale partner economico e commerciale potenzialmente sempre più rilevante. A tal proposito, è opportuno il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regionali (Siria, Libia, Yemen)."

Illogicità, approssimazioni, decisioni rimandate... questo appare leggendo l'ormai "mitico contratto". Ma queste domande nessuno se le porrà, non saranno neppure considerate, perché, come fa notare Salvini l'importante è che vegano "promesse" soluzioni ai problemi (percepiti o reali) di pensioni, immigrazione, lavoro, legittima difesa, tasse, Rom, asili, autonomia, Equitalia. E tutto questo, se al momento del voto alle politiche era percepito come un problema e adesso viene promesso di risolverlo, come potrebbe non piacere a chiunque potrà e vorrà esprimersi sull'approvazione del contratto di governo?

E adesso tutti a votare, on line e nei gazebo, per il governo del cambiamento di cui non si conosce neppure il presidente del Consiglio, i ministri e, soprattutto, come il presidente della Repubblica lo giudica, visto che un suo parere su alcuni temi, a partire dalle coperture, non sembrerebbe così irrilevante.

Nel caso iscritti ed elettori delle due forze politiche lo approvino, i signori Salvini e Di Maio lo sigleranno con buona pace di logica e buon senso sacrificati sull'altare del cambiamento. Ma ogni rivoluzione richiede sempre i suoi martiri.