Nell'ultimo report del 2017 l'Istat riassume l'andamento dell'economia italiana a dicembre 2017. Il giudizio, nel suo complesso, è da considerarsi positivo con un consolidamento del ritmo di crescita dell’economia, seppure a ritmi più contenuti rispetto ai due mesi precedenti.

Nell'area euro, si consolida la fase di crescita, nonostante una leggera decelerazione nel terzo trimestre, a cui hanno contribuito i consumi delle famiglie, gli investimenti e le scorte ed, in parte minore, le esportazioni. Per quanto riguarda il futuro, gli indicatori anticipatori del ciclo economico continuano a fornire segnali positivi, anche in base a quanto dichiarato dalla stessa Bce che manterrà una politica monetaria moderatamente espansiva per tutto il 2018.

In Italia, le imprese del settore manifatturiero ad ottobre sono tornate a crescere dopo la pausa registrata a settembre, sia per quanto riguarda il fatturato che gli ordinativi. Ciò è dovuto soprattutto agli scambi con l’estero con un incremento delle esportazioni che sia nell’area Ue (+3,0%) che in quella extra Ue (+2,7%), tanto che nei primi dieci mesi dell’anno l’avanzo commerciale dell'Italia ha raggiunto 37,3 miliardi (+64,6 miliardi al netto dei prodotti energetici) sostenuto dal contributo dei beni strumentali (+38,2 miliardi) e dei beni di consumo (+22,5 miliardi).

Per quanto riguarda le famiglie, il mercato del lavoro si mantiene positivo, con il tasso di occupazione in aumento di 0,2 punti rispetto al trimestre precedente, anche i contratti sono per la maggior parte a tempo determinato. Il miglioramento del tasso di occupazione segue l’evoluzione di quello dell’area euro mantenendo però inalterato il differenziale che si era ampliato a partire dal 2013.

Nonostante ciò, a ottobre 2017 il tasso di disoccupazione italiano è ancora 4,3 punti percentuali superiore al livello di agosto 2008, una distanza maggiore sia rispetto a quella dell’area euro (+1,2 punti percentuali) sia a quella della Francia (+1,9 punti percentuali).

Per quanto riguarda l'andamento dei prezzi non si prevedono variazioni in futuro rispetto all'andamento attuale, abbondantemente al di sotto rispetto alla quota del 2% indicata dalla Bce come indicatore di soglia stabile della crescita.

La fiducia dei consumatori e delle imprese si mantiene su livelli elevati.