Dal 1948 fino alla seconda metà degli anni 70, le campagne elettorali per le politiche in Italia avevano come tema il comunismo e l'anticomunismo. Inutile parlare di programmi, si votava anche turandosi il naso purché l'altro, il nemico, non vincesse.

Negli anni 80, specialmente ai tempi degli Yuppies e della Milano da bere, questa "necessità" era iniziata a venir meno. Negli anni anni '90, dopo la caduta del muro di Berlino e dell'Unione Sovietica, era auspicabile che, durante una campagna elettorale, anche in Italia si potesse parlare di programmi e di contenuti.

Sbagliato. La "discesa" in campo di Silvio Berlusconi doveva essere supportata dalla rapida aggregazione del maggior numero possibile di italiani che potessero condurlo alla guida del Paese. Per farlo era necessario trovare un nemico e questo fu individuato non tanto nel comunismo, quanto nei comunisti. Il primo è un ideale e poteva non apparire tangibile, il secondo, invece, indicava delle persone ed era molto più concreto.

Parlare di comunisti italiani negli anni 90 e di tutto ciò che NON avevano fatto, dato che il comunismo in Italia non c'è mai stato, è quasi incredibile se non allucinante. Ma, nonostante tutto, la favola dei comunisti ha fatto presa sul preparatissimo e argutissimo elettore italico, ed è così proseguita negli anni.

Adesso, grazie anche al renzismo, indicare i comunisti come nemico contro cui serrare le fila e chiedere un voto, anche per la destra italiana è sembrato surreale. Allora si inizia così a parlare di programmi? Manco a dirlo. Si trova un nuovo nemico. E qual è? L'immigrato.

Quella dei migranti, situazione che oggettivamente è un problema, è così diventata un'invasione. I migranti portano le malattie. I migranti rubano il lavoro. I migranti causano il degrado dei luoghi dove vivono. I migranti sono criminali. I migranti vivono alle spalle degli italiani ed a loro è concesso fare ciò che agli italiani è proibito. E, ovviamente, visto che in Italia dovrebbero vivere come in un albergo di lusso, tutti i migranti fanno la fila per trasferirsi qua da noi.

Chiunque si azzardi a confutare solo una di queste tesi è un radical chic che vive nei "quartieri alti" e non deve subire tutte le disgrazie causate dai migranti che invece sono costretti a subire tutti gli italiani "normali". Ovviamente, tutto ciò tradotto "elettoralmente" significa chiedere un voto contro coloro che non sono d'accordo con la descrizione precedente e, per questo, non possono che essere amici dei migranti.

Lasciando da parte cause della migrazione, problemi reali e soluzioni praticabili, perché questo articolo si occupa di altro, è evidente che le tesi sopra riportate, propagandate e ripetute fino all'inverosimile su tutti i media, finiscano per trovare consenso in chiunque abbia qualche problema (di qualsiasi genere) o anche un pur vago motivo di risentimento contro chi non sia italiano ed abbia la pelle di un colore diverso dal nostro.

Che quello creato dalla destra in Italia, da quella moderata fino a quella estremista, non sia un clima ostile nei confronti dei migranti è impossibile non ammetterlo. La loro sola presenza, pertanto, oggi è da molti giudicata come un crimine e da tutti un enorme problema.

Quindi, quando accade un fatto di cronaca che vede protagonista un migrante, subito le polemiche aumentano. Poi, se il fatto di cronaca è addirittura agghiacciante, allora i politici di centrodestra si scatenano per scagliarsi contro TUTTI i migranti e chi è colpevole - secondo loro - della loro presenza in Italia. Anche senza attendere di sapere come il fatto si sia svolto e chi ne sia realmente il colpevole. La destra garantista, nel caso dei migranti, non ha bisogno di attendere il terzo grado di giudizio.

E questo non dovrebbe essere descritto come "creare un clima di avversione" se non di odio nei confronti dei migranti? E quando tale clima porta "sprovveduti" e decerebrati a inneggiare e ad incitare alla violenza (con scritti e foto) contro chiunque sia ritenuto "amico" dei migranti, fino ad arrivare ad organizzare dei raid per cercare di ammazzare i "negri" a revolverate, perché chi ha creato tale clima non dovrebbe poi esserne responsabile?

Per Berlusconi, Salvini, Meloni e tutti i movimenti di estrema destra che hanno paura a definirsi fascisti, pur condividendone slogan e simboli, pensano forse che la pioggia possa cadere senza la presenza di una nuvola in cielo? Se si contribuisce a far diventare nero un cielo vagamente grigiastro, poi non si possono negare le proprie responsabilità.