La prigione creata dal presidente George W. Bush nella base militare americana di Guantanamo, a Cuba,  è arrivata ad ospitare fino ad un massimo di circa 800 detenuti. Adesso ne sono rimasti 40, che da quasi due decenni sono stati privati della loro libertà senza essere stati accusati o processati per un qualche reato.

Anche per questo motivo la prigione di Guantanamo è diventata il simbolo degli eccessi della "guerra al terrore" degli Stati Uniti, eccessi a cui vanno aggiunti i metodi di interrogatorio praticati, vere e proprie torture, e le condizioni di prigionia cui i detenuti sono stati e sono sottoposti.

Obama, già a partire dal 2008 voleva chiudere quella prigione, ma i suoi sforzi sono stati ostacolati in gran parte dall'opposizione repubblicana al Congresso. Al governo federale è ancora vietato, per legge, trasferire qualsiasi recluso da Guantanamo nelle carceri sulla terraferma degli Stati Uniti. E se i repubblicani al Senato, dove la maggioranza dei democratici è garantita dal voto della vicepresidente Harris, vogliono che Guantanamo continui a restare aperta, non è detto che tale orientamento non sia condiviso anche da alcuni senatori dem.

Tutto questo, per far capire che la volontà del presidente Biden di chiudere Guantanamo, come annunciato venerdì da alcuni dei suoi assistenti, non sarà un compito facile... come lo stesso Obama potrà confermare.

Come ha detto ieri ai giornalisti la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, chiudere Guantanamo è uno degli obiettivi della presidenza Biden, ma senza però specificare né i tempi, il che potrebbe voler dire settimane, mesi o anni, né le modalità, se ad esempio ricorrendo ad un ordine esecutivo.