La parabola discendente del Movimento Cinque Stelle è evidente, specialmente per coloro che hanno portato a Roma i loro terminali di rete nel 2013 .

Molti tra gli espulsi e i fuoriusciti rappresentavano la vera ideologia  del movimento che adesso è volata via... a riveder le stelle.

Ne restano sulla terra solo i residui, pezzi di meteore che hanno brillato solo per un attimo per poi spegnersi o tentare di ritornare a splendere al prossimo passaggio, nel percorso della loro orbita.

Le stelle si sono spente quando hanno scelto il sì alla Tav, quando hanno detto sì agli Aeroporti Firenze e Salerno, quando hanno detto sì alla Tap,  vediamo cosa accade per la revoca concessione ai Benetton ....quando hanno smesso di rendicontare i loro emolumenti, quando hanno accettato le troppe deroghe ai principi sacrosanti del "vecchio" e vero Movimento Cinque Stelle, quello dei gazebo, della semplicità e dei cittadini.

Si sono spenti quando da terminali di rete si sono trasformati in onorevoli.

Si sono spenti con Rousseau e quando hanno rimpolpato le liste con i rappresentanti della società civile, con gente che "avrebbe fatto tremare i polsi"  come proclamava all'epoca un delirante Di Maio presentando i "gioielli" del nuovo M5S: Paragone, De Falco e altri, gente senza alcun passato nel MoVimento. 

Quanti veri attivisti sarebbero stati ben più capaci di tanti personaggi presi a caso qua e là? Forse il MoVimento avrebbe davvero governato con propri ministri competenti.

Lo stesso Conte è uscito da un cilindro, quello del prestigiatore,  per incantare il pubblico e strappare un applauso.

I Cinque Stelle si sono spenti quando si sono uniti con la Lega e sono quasi morti quando hanno fatto l'accordo con il Pd.

Ora la prova del nove, per molti scontata.

In Campania si presentano da soli, pur non avendo però troppi consensi da parte dei vecchi attivisti, che proprio in Campania stanno preparando la loro vendetta.

Questo l'annuncio con cui il Movimento ha deciso di presentarsi da solo alle prossime regionali:

Ci abbiamo provato ad indicare la strada per un cambiamento condiviso, partecipato. Ci abbiamo provato, proponendo un nome per un percorso unitario, nel quale potessero convergere tutte le forze politiche -civiche e non solo- che hanno a cuore il futuro di quella comunità straordinaria che sono i cittadini campani. Ci abbiamo provato, individuando valori ed obiettivi irrinunciabili come legalità, tutela dell’ambiente e del territorio, efficienza dei servizi sanitari, modernizzazione delle strutture.Purtroppo, nonostante i nostri sforzi per promuovere un cambiamento partecipato, ha prevalso la logica del consenso. Ecco allora che in tanti fanno a gara per salire sul carro dell’imbonitore, del piazzista che promette di mantenere tutto com’è, di chi non ha altro obiettivo che la continuità e la conservazione. Un carro sul quale oggi salgono anche quelle forze che si definiscono ‘progressiste’, ma che al vero progresso, al vero sviluppo, alla vera crescita collettiva, preferiscono la conservazione.

Sono però troppi i gruppi  dei vecchi attivisti delusi e questi faranno di tutto per distruggere l'attuale Movimento Cinque Stelle.

Si è in cerca di un nome per la Presidenza? E chi sarà? Forse Pinocchio, la Bella addormentata nel bosco o qualcuno della Banda Bassotti?

Staremo a vedere, avendo comunque una certezza: che questo non è il vecchio Movimento Cinque Stelle, ma solo "UN'ALTRA COSA".