La sconfitta contro l'Ajax è costata alla Juventus un danno economico reale, in termine di mancati incassi derivanti dai diritti e dalla vendita di biglietti per le semifinali, ed un danno economico virtuale in relazione alla capitalizzazione del suo titolo in borsa, che da 1,7 miliardi è sceso a 1,4 miliardi di euro.

Il valore di una squadra non si misura dal monte ingaggi, è indubbio, però non può non sorprendere il fatto che il monte ingaggi dell'Ajax nella scorsa stagione fosse di poco superiore ai 50 milioni di euro, quasi sei volte meno rispetto a quello della Juventus!

Un dato, inoltre, che dovrebbe far mangiare le mani anche a molte squadre della nostra Serie A che con spese per il personale simili a quelle dell'Ajax non riescono neppure ad avere la certezza di partecipare all'Europa League.

L'Ajax si confronterà nella semifinale di Champions con il Tottenham che ieri, pur perdendo con il rocambolesco punteggio di 4-3, è riuscita comunque a passare il turno, impedendo a Guardiola, ancora una volta, di rimandare l'appuntamento con una finale del massimo torneo europeo. Ed anche il Tottenham, pur avendo un monte ingaggi importante, 167 milioni di euro nella stagione 2017/18, non è al pari del City che nella scorsa stagione aveva speso un centinaio di milioni in più.

A questa semifinale "low cost" si contrappone però l'altra tra Liverpool, 298 milioni di euro, e Barcellona, 529 milioni, che non possono certo essere accusate di lesinare sui costi del monte ingaggi.

Comunque la si pensi, la vicenda Ajax dimostra che puntare sui giovani, e sui vivai, è l'unica strategia possible per una qualunque squadra che non sia classificabile come top team per riuscire ad affermarsi e provare a vincere un qualunque torneo.