Contrordine Lorenzin. Che cosa fare? Rimodulare! Bisogna dare atto al ministro della Salute che è riuscita a far parlare di sé e della sua campagna a favore dela fertilità. Nessuno ne ha parlato bene, ma, in compenso, adesso tutti la conoscono. E, d'altra parte, la comunicazione richiede che di un argomento "se  ne parli". Male o bene ha poca importanza se si vuole farlo conoscere. E adesso tutti conoscono l'iniziativa del ministero della Salute.

Dopo le critiche piovute un po' da tutte le parti, Beatrice Lorenzin ha capitolato. Soprattutto, dopo  aver ricevuto la mazzata decisiva arrivata da Palazzo Chigi, con Matteo Renzi che, in un'intervista radiofonica, ha detto di non saper nulla del Fertility Day e che per invogliare la gente a far figli non serve la pubblicità, ma gli asili.


Masticando amaro, il ministro della Salute, in un'intervista al TG di Sky, ha detto che avrebbe cambiato la comunicazione dell'evento eliminando le pubblicità più inivise e sottolienando che la campagna non era rivolta ad aumentare la natalità, ma esclusivamente a sottolineare i rischi sanitari relativi alla fertilità.
Un'affermazione che sembra trovare riscontro solo in parte, leggendo gli ultimi due punti del Piano Nazionale per la Fertilità.

Ma la querelle indiretta con Renzi è stata però sottolineata con una replica al veleno da parte della Lorenzin che ha rinfacciato al Governo, e a Renzi, di non aver messo in atto politiche adeguate per far incrementare il numero delle nascite in Italia.