L’entrata in vigore del GDPR impone una nuova consapevolezza in relazione al valore dei propri dati sul web.

Nelle scuole si cerca di insegnare ai ragazzi la cultura dell'importanza dei propri dati personali e della loro gestione sul web, cui ne consegue la loro (a volte) perniciosa profilazione che può arrivare a compromettere la propria reputazione online.

I ragazzi dell'era digitale debbono saper navigare dopo che sono stati edotti sulle possibili conseguenze che può portare una loro foto, video o commento sul web...

Un tema importante del nuovo regolamento è l’età di accesso ai social networks. La minore consapevolezza che i bambini hanno sia dei rischi che dei loro diritti  giustifica un livello di protezione più incisivo riguardo al trattamento dei dati personali.

A quale età il consenso? Come devono comportarsi i genitori? Dichiarare un’età falsa per poter accedere ai principali social o lavorare affinché le piattaforme monitorino e offrano solo contenuti adatti per quella fascia di età?

Il discorso è complesso e coinvolge anche tanti interessi economici che poco hanno a che fare con l'etica. Per tale motivo l’educazione digitale rimane l’unica arma efficace.

Lo afferma in una nota Simona Petrozzi, Presidente Giovani Confcommercio Toscana