Ad Hong Kong 47 attivisti sono stati accusati del reato di "sovversione", ed è stato loro intimato di costituirsi prima della comparizione in tribunale prevista per questo lunedì.

Quanto sta accadendo ad Hong Kong è conseguenza della legislazione imposta da Pechino che criminalizza le manifestazioni di protesta come atti "sovversivi", resasi necessaria per riportare stabilità nella città Stato, ma che in realtà è stata licenziata per mettere a tacere il dissenso.

In mattinata, centinaia di manifestanti si sono riuniti  davanti alla  alla West Kowloon Magistrates' Court  di Hong Kong, per manifestare il loro sostegno ai 47 attivisti sottoposti a giudizio e che se venissero riconosciuti colpevoli, potrebbero essere condannati al carcere a vita.

Le persone chiamate a giudizio sono 39 uomini e otto donne, di età compresa tra 23 e 64 anni. Sono attivisti pro-democrazia - tra questi  Benny Tai e gli ex deputati Claudia Mo, Jeremy Tam, Helena Wong e "Long Hair" Leung Kwok-hung - che lo scorso giugno avevano contribuito ad organizzare delle elezioni "primarie" per scegliere i candidati dell'opposizione per le elezioni legislative del 2020, poi rinviate a settembre 2021. Secondo le autorità cinesi e quelle di Hong Kong, le primarie sono state un tentativo di rovesciare il governo.

Alcuni manifestanti hanno cantato slogan tra cui "Liberare tutti i prigionieri politici" e "Stand with Hong Kong", altri hanno lanciato il saluto con le tre dita "Hunger Games", usato dagli attivisti per la democrazia in Thailandia e Myanmar.

Finora sono state circa 100 le persone arrestate ai sensi della legge sulla sicurezza. Tra queste il magnate dei media Jimmy Lai, a cui è stata negata la libertà su cauzione ed è detenuto in attesa di processo.

Il primo processo che si celebrerà per violazione della legge sulla sicurezza  sarà quello di Tong Ying-kit, accusato di aver guidato una motocicletta contro gli agenti di polizia lo scorso luglio. I processi possono essere tenuti in segreto e senza giuria.

Per Amnesty International, la legge sulla sicurezza nazionale imposta ad Hong Kong è un'arma per punire chiunque osi sfidare l'establishment.



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