L'importante è che la confusione prenda il sopravvento. Una volta che questa avrà avvolto tutto, alla gente si potrà far credere ciò che si vuole e a quel punto la delegittimazione farà il suo corso completo, oscurando la re altà e sbriciolando le fondamenta della credibilità.

Questo è quanto sta accadendo al Comune di Roma. Per rendere il più possibile oggettiva qualsiasi analisi, va detto che Virginia Raggi ha fatto di tutto e anche di più per imbarazzare se stessa e il movimento di cui fa parte e che, indirettamente, rappresenta.

Affidare incarichi di Giunta a persone che avevano lavorato per le precedenti amministrazioni comunali romane è un modo di agire che può essere definito, nel linguaggio corrente, come "andarsela a cercare"... nel senso della rogna. Infatti, se ti presenti alla carica di sindaco come cavaliere bianco senza colpa e senza macchia, cerca in tutti i modi di preservare quel ruolo con atti che, nei limiti del possibile, ti tengano al riparo da qualsiasi critica.

Nominare assessore la signora Muraro che, seppur preparata dal punto di vista tecnico, ha lavorato per anni con le passate amministrazioni comunali capitoline non è stata certo una mossa accorta  da parte di Virginia Raggi. Come se questo non bastasse, la Muraro è indagata e sapeva di esserlo, oltre al fatto che il sindaco Raggi ne è venuto a conoscenza già da un paio di mesi. Niente di così drammatico per altri, ma non per i 5 Stelle, il cui regolamento prevede che in casi simili vengano informati i vertici del Movimento. Il sindaco Raggi dice di averlo fatto, ma ad esempio Carla Ruocco, che dei vertici fa parte, afferma di non saperne nulla. La confusione, in tal modo, è totale.

E non contribuisce certo a migliorare le cose la notizia che il nuovo assessore al Bilancio De Dominicis abbia confermato di esser stato contattato dallo studio Sammarco, per sapere se fosse stato disonibile ad accettare l'incarico. Poco importa il suo passato alla Corte dei Conti e che si sia occupato anche degli "affari" che si facevano nella capitale.

La notizia è che lo studio Sammarco ha aiutato nella ricerca del nuovo assessore Virginia Raggi che in quello studio ha lavorato, dimenticandosi però di farne accenno nel curriculum della campagna elettorale, derubricando il fatto come marginale e legato alla sua attività di praticantato legale. Ma allora se era così marginale il rapporto con uno studio legale legato a Previti e di conseguenza a Berlusconi, una delle icone del male assoluto per i 5 Stelle, perché continuare ad averci rapporti, come la vicenda De Domnicis dimostra?

Ripassando i fatti, da una parte si rimane allibiti dalle scelte di Virginia Raggi, dall'altra, però, viene da dire, tirando le somme, che cosa è successo di così grave? La risposta è... niente!

E sta proprio qui il paradosso di tutta la vicenda che opposizione e media hanno "montato" su un fatto che non sussiste.  Virginia Raggi è indagata? No. Virginia Raggi ha fatto qualcosa di illecito? No. Virginia Raggi ha preso delle decisioni errate? Se così fosse, per attaccarla bisognerebbe attendere almeno alcuni mesi per averne conferma! Insomma, Virginia Raggi è colpevole di essere una 5 Stelle e di essere poco  accorta o, politicamente parlando, poco furba.

Infatti, pur non avendo combinato nulla, viene accusata di essere succube dei desiderata di Grillo oppure delle liti delle correnti all'interno dei 5 Stelle, oppure di non essere diversa dagli altri politici... Tutto qua? Tutto qua, una questione di principio che le opposizioni e i media hanno trasformato, o in tutti i modi hanno cercato di farlo, in una questione di cattiva amministrazione. Per questo non sarebbe all'altezza di risoprire la carica di sindaco di Roma.

Ma se la vicenda è soprattutto una questione di principio, come far mancare alle critiche anche quelle di coloro che delle questioni di principio ne hanno fatto una bandiera? È ovvio, in questo caso, riferirsi ai militanti grillini, sobillati anche da coloro che, in passato, a causa delle questioni di principio sono stati indicati come esempi negativi. Pertanto, il sindaco di Parma Pizzarotti, presa la palla al balzo, posta perfidamente dal suo profilo twitter il seguente messaggio:  «In effetti stando seduti in riva al fiume passa un sacco di gente. #noleggiosalvagenti»


E, sempre su twitter, sull'hashtag #raggirati si scatena la bagarre di commenti e battute tra sostenitori dei 5 Stelle, delusi e non, e sostenitori del PD felici di dimostrare che la politica, in fondo, non è fatta di persone trasparenti... ma di persone "borderline", evidentemente come i candidati del PD, in special modo quelli renziani. Gioire per poter dire all'avversario che pure lui fa schifo, è una consolazione piuttosto magra.

Sugli ultimi sviluppi della vicenda Comune di Roma il blog di Grillo non ha rilasciato post, come neppure la stessa Virginia Raggi ed altri polemisti di professione come Di Maio e Di Battista non hanno pubblicato alcun articolo al veleno. Per ora si tace... e chissà che non sia una scelta finalmente intelligente.

Adesso non resta che aspettare per vedere se la confusione abbia già completamente preso il sopravvento e sia riuscita oppure no ad oscurare qualsiasi parvenza di razionalità, in modo che la propaganda possa modellare, a proprio piacimento, la realtà dei fatti.