Non me sta bene che no. Queste le parole pronunciate da Simone in faccia ai fascisti di CasaPound. E utilizzando queste parole, l’ANPI provinciale di Roma, associazioni, movimenti, sindacati e organizzazioni "democratiche" hanno organizzato per sabato 6 aprile un presidio a Roma in Piazzale delle Paradisee per denunciare il clima di odio e di violenza che sta sempre più prendendo piede, soprattutto nei quartieri problematici e periferici come dimostra quanto accaduto a Torre Maura.

A Torre Maura - come sottolinenano gli organizzatori del presidio - manca il lavoro, i servizi, gli spazi di socialità, le scuole sono fatiscenti, il degrado aumenta in modo inarrestabile... ma per qualcuno il problema sono i rom.

Bisogna dare risposte ai cittadini, affrontare i problemi delle periferie e smettere di fare propaganda sulle paure e sulla sofferenza degli ultimi. Per questo il presidio di venerdì è da considerarsi un presidio contro il razzismo, le discriminazioni, oltre che contro il degrado, per il lavoro, la legalità e lo sviluppo.

Il ragazzino di Torre Maura non deve quindi diventare un simbolo ed essere utilizzato come schermo alle mancanze di istituzioni e forze politiche. Lui rappresenta se stesso e lo fa molto bene.

Il problema sono coloro che si sono candidati a rappresentare le istanze dei cittadini e ad intervenire per porvi rimedio che devono sentirsi coinvolti in relazione alla situazione di Torre Maura e delle periferie in genere... e non solo quella di Roma.

L'assenza di risposte, di questi tempi, viene intercettata da movimenti estremisti della destra neofascista che reinterpretano problemi reali in funzione della propaganda razzista alla base della loro ideologia.

Quindi, denunciare il pericolo fascista non basta, perché non risolve comunque i problemi reali delle periferie, non certo creati da rom e migranti, come non giustifica le mancanze di chi finora ha pensato che esistessero cittadini di serie a e cittadini di serie b... mentre esistono solo cittadini.