Le emergenze causate da epidemie, guerre e catastrofi ambientali sono in aumento. Per questo motivo, l'Unicef ha dichiarato nel "Rapporto sull'intervento umanitario 2020" che sono di 4,2 miliardi di dollari le esigenze finanziarie per il prossimo anno del Fondo Onu dedicato a supportare i minori. L'appello 2019 - corrispondente a 3,92 miliardi di dollari, arrivato poi a 4,13 miliardi a metà anno - al 1° novembre era stato finanziato per il 57%, compresi 761 milioni di dollari da donazioni pluriennali dell'anno precedente.

Quei soldi sono necessari a raggiungere circa 60 milioni di bambini con aiuti salvavita in 64 paesi nel mondo e corrispondono a 3,5 volte i fondi richiesti nel 2010 (includendo anche gli adulti, il supporto all'emergenza si estende a 95 milioni di persone).

Il perché lo ha spiegato Henrietta Fore, direttore generale UNICEF: «Oggi il numero di bambini che hanno bisogno di assistenza, da quando ne teniamo traccia, è il più grande di sempre: 1 bambino su 4 vive in paesi colpiti da conflitto o disastro. Un numero storico di bambini costretti a lasciare le proprie case necessita urgentemente di protezione e supporto.

I conflitti restano le cause principali, oltre a fame, malattie infettive ed eventi metereologici estremi legati al cambiamento climatico, che costringono altri milioni di persone a cercare aiuti salvavita».

Chi più di altri ha necessità di un intervento rapido dell'Unicef? I rifugiati (in particolar modo siriani) e i residenti in Siria, Yemen, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan.


E questo è un promemoria di ciò che oggi accade nel mondo...

Siria e sottoregione: Dopo otto anni di conflitto, in Siria e nei paesi limitrofi, quasi 11 milioni di persone - più della metà della popolazione - hanno bisogno di aiuto umanitario. In tutta la sottoregione, oltre 2,5 milioni di bambini rifugiati siriani registrati vivono in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto.
Yemen: A cinque anni dall'inizio del conflitto, la crisi umanitaria nello Yemen rimane la più grande emergenza a livello mondiale, con oltre 368.000 bambini sotto i 5 anni con malnutrizione acuta grave.

Emergenza Ebola: L'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo è la seconda più grande in assoluto e la prima in una zona di conflitto, con più di 900 casi confermati fra i bambini.

Migranti dal Venezuela: In tutta l'America Latina e nei Caraibi, 1,9 milioni di bambini avranno bisogno di assistenza nel 2020.

Ucraina: nell'Ucraina orientale, 430.000 bambini, risentono del lungo conflitto quinquennale.

Crisi nel Sahel centrale (Burkina Faso, Mali e Niger): L'insicurezza e la violenza nel Sahel centrale hanno lasciato 721.000 bambini sotto i 5 anni a rischio di malnutrizione acuta grave. Negli ultimi tre anni sono state chiuse oltre 3.000 scuole, coinvolgendo 610.000 bambini.

Rohingya in Bangladesh e Myanmar: i bambini e le famiglie rimangono molto vulnerabili, con circa 905.000 persone bisognose di protezione.

Afghanistan: Nel 2020, 9,4 milioni di persone, di cui il 54% bambini, avranno bisogno di assistenza umanitaria e di protezione.


Che cosa fa l'Unicef con i finanziamenti ricevuti? «Raggiungere il numero sempre più ampio di bambini colpiti dalle crisi nel mondo – in particolare nei paesi che generalmente ricevono meno fondi – richiede non sono ulteriori fondi, ma fondi che siano più "flessibili" - ha spiegato Henrietta Fore. - Il nostro impegno a fornire ai bambini supporto dai primi momenti dopo un disastro fino a quando possono tornare a vivere una vita normale, richiede fondi che siano velocemente disponibili, per diversi anni, non legati a un paese o problematica in particolare. I fondi flessibili ci aiutano a salvare più vite e proteggere il futuro di più bambini».

 

PS. La foto in alto, per Unicef, è di Mark Naftalin