Ieri, alla Camera, si è svolta la sceneggiata relativa all'approvazione della legge sulla Cannabis. La legge era nata per la liberalizzare la cannabis e regolamentarne produzione, distribuzione ed uso.

Nel suo passaggio nelle Commissioni, il testo della legge è stato stravolto e giovedì è arrivato al primo passaggio in Aula con l'indicazione di consentirne l'utilizzazione limitata solo a fini medici. La legge estenderà l'uso terapeutico della cannabis in tutta Italia, ma la produzione sarà demandata ancora al solo Stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze e, nel caso ci fosse la necessità, sarà allargata ad aziende autorizzate dal ministero.

In pratica, con questa legge, viene garantito in tutta Italia ciò che già era garantito in alcune regioni: la possibilità per un medico di prescrivere la cannabis per uso terapeutico.

Naturalmente, le organizzazioni criminali presenti in Italia e non solo hanno tirato un bel respiro di sollievo, ringraziando sentitamente per quanto non fatto dal Parlamento.

A conferma di quanto avvenuto, si riporta l'inizio dell'intervento della deputata Binetti in dichiarazione di voto: "Oggi è arrivato in Aula, alla Camera dei deputati, il testo sulla cannabis che riguarda esclusivamente il suo uso terapeutico, essendo stata stralciata la parte sulla legalizzazione e sulla conseguente liberalizzazione."

Quindi, nessuna dietrologia da parte di fantomatici haters o fabbricatori di fake news. Il Parlamento ha incardinato una legge per poi votarne una completamente diversa dalle finalità originali e, quasi, completamente inutile.

Legge, tra l'altro, anche di iniziativa popolare. Ed è questo un punto da non sottovalutare. La nuova legge elettorale che è in discussione e che verrà approvata in via definitiva al Senato, ancora una volta non risolve un punto cruciale di cui, da tempo, si sente il bisogno: il rapporto diretto tra eletto e collegio elettorale.

Infatti, se un parlamentare avesse un rapporto diretto con il proprio collegio, schifezze simili - perché diversamente è impossibile definire quanto accaduto - probabilmente non accadrebbero più o accadrebbero molto raramente.

Ma anche nella prossima legislatura, in nome della buona politica, anche stavolta avremo un Parlamento di eletti pronti a servire gli interessi esclusivi del capo di turno, naturalmente pagati con i soldi dei contribuenti che devono pure ringraziare per il duro compito da loro svolto... in nome della democrazia!