Suor Faustina, distrutta dalla malattia e da varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturità spirituale e misticamente unita a Dio, morì a Cracovia il 5 ottobre 1938 all’età di appena 33 anni. Sopoćko, dopo la morte di suor Faustina, scrisse: 

 «Conoscendo meglio suor Faustina, constatai che i doni dello Spirito Santo operavano in lei in modo nascosto, ma in alcuni momenti, assai frequenti, si manifestavano più chiaramente, conferendole un’intuizione viva che coinvolgeva la sua anima, risvegliava slanci di amore, nobili ed eroici atti di rinnegamento di se stessa. In particolare di frequente si manifestava l’opera del dono della scienza, della sapienza e dell’intelletto, grazie alle quali suor Faustina vedeva chiaramente la nullità delle cose terrene e l’importanza della sofferenza e delle mortificazioni. Comprendeva con semplicità gli attributi di Dio, e particolarmente la Sua Misericordia Infinita. Alle volte aveva una visione beatificante vedendo una luce inaccessibile. Fissava lo sguardo in questa luce per un po’di tempo, vedendo apparire la figura di Cristo che camminava, benedicendo il mondo con la mano destra, e con la mano sinistra, aprendo la veste vicino al Cuore. Da sotto la veste uscivano due raggi - uno bianco ed uno rosso»[1]. 

 Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, nel settembre del 1939, il Nostro decise di non nascondere più la faccenda delle rivelazioni a suor Faustina, poiché era convinto che la tragedia della guerra e gli eventi collegati con essa confermavano i messaggi rivelati. 

Il sacerdote dovette sopportare pure una vicenda dolorosa, quando nel 1958,  il Sant’Uffizio, con il decreto gravissimum monitum[2] gli proibì di diffondere le rivelazioni di suor Faustina, come lei aveva predetto[3]. Il provvedimento prese il via da alcuni errori di traduzione del Diario di Kowalska. Il testo del Diario, mandato al Sant’Uffizio, conteneva numerosi errori, causati da una traduzione maldestra e dal fatto che suor Saveria Olszamowska omise e cambiò alcuni frammenti, secondo il suo giudizio personale. Pertanto alcune espressioni del Diario divennero quasi un’eresia. Si verificò anche un rischio. Il culto della divina misericordia poteva essere invece interpretato come opera di propaganda polacca oppure come una forma di nazionalismo mascherato da religiosità. Tale interpretazione era collegata all’immagine di Gesù misericordioso sulla quale apparivano i due raggi bianco e rosso - cioè i colori della bandiera polacca. Il conflitto si creò intorno al testo della preghiera per la beatificazione di suor Faustina, che si legge nel libro “La Misericordia di Dio unica speranza per il mondo”. Il Nostro ricevette la preghiera da suor Saveria Olszamowska, che l’attribuì al card. August Hlond, ma l’ex-segretario del cardinale, Mons. Antoni Baraniak, protestò. L’accusa di avere attribuito la preghiera al card. Hlond si rivolse contro Sopoćko. Questi errori diedero origine all’accusa di apocatastasi, grave eresia, secondo la quale alla fine tutti si salvano. Quel frammento manomesso, infatti, faceva intendere una promessa di salvezza per tutti indistintamente[4]. 

Il Nostro, però, non si scoraggiò e continuò, con le parole e con le opere, ad annunciare la verità della Misericordia divina[5]. In una lettera, suor Faustina scrisse  a Sopoćko: 

 «Padre, l’opera di Dio non subirà un minimo danno. Il Signore mi ha fatto conoscere la sua gloria che scaturirà da quest’opera (divina misericordia), pur trattandosi soltanto dell’inizio. Nella mia anima una parte della Misericordia di Dio è già diffusa, grazie ai Vostri sforzi ed al Vostro impegno»[6].         

     Te słowa, jak i to, że s. Faustyna przepowiedziała swojemu spowiednikowi wiele cierpień związanych z szerzeniem kultu, dały mu siłę, do przyjęcia faktu Notyfikacji Kongregacji Świętego Oficjum z 6 marca 1959 roku, która zawierała polecenie zaprzestania propagowania kultu Miłosierdzia Bożego w formach postulowanych przez s. Faustynę.   Le parole citate, nonché le sofferenze connesse con la diffusione del culto, consolarono il sacerdote. Egli, infatti, accettò ulteriori tempi di ponderazione, stabiliti dalla Congregazione del Sant’Uffizio, prima di poter promuovere il culto della divina misericordia, nelle forme postulate da Kowalska. Il decreto non lo sorprese. Scrisse nelle sue memorie che il culto della divina misericordia aveva preso una strada sbagliata. Si parlava delle rivelazioni di suor Faustina e della sua possibile beatificazione, piuttosto che della motivazione dogmatica, liturgica dello stesso culto[7].

Per la situazione riportata, Sopoćko scrisse a tutti i cardinali e ai vescovi, parlando della necessità di instaurare la festa della divina misericordia. Nonostante avesse mandato

 decine di lettere e memoriali, ricevette soltanto una risposta dal vescovo  di Cracovia Karol Wojtyła, secondo cui l’idea era molto bella, ma non era ancora giunto  il tempo maturo[8]. Nel 1959 il decreto del Sant’Uffizio appena menzionato fu pubblicato sull’Osservatore Romano, nel quale si rilevava che le esperienze di suor Faustina non erano di natura soprannaturale. Si ordinava di ritirare le preghiere e le immaginette provenienti da quelle presunte rivelazioni. In più, il primate Stefan Wyszyński ricevette l’ordine del Sant’Uffizio di intimare a don Sopoćko che non diffondesse più notizie sulle presunte rivelazioni[9]. 

Il Nostro non solo accettò con umiltà la decisione del Sant’Uffizio, ma disse anche che la decisone avrebbe contribuito a raffinare le forme esterne del culto della divina misericordia ed a gettarne le basi teologiche[10]. Il sacerdote rispettò il divieto della Congregazione, e benché ancora lavorasse alla motivazione scientifica del culto della divina misericordia, non riferì ad alcuno le rivelazioni di suor Faustina[11]. 

 Il 1978 fu un anno importantissimo per il culto della misericordia e per il mandato di suor Kowalska: la Sede apostolica decise di annullare i divieti del 6 marzo 1959. La nuova “notifica” maturò alla luce della documentazione originale e per il tramite dell’intervento rigoroso del card. Karol Wojtyła, allora arcivescovo di Cracovia[12].

Per quanto riguarda la fondazione della nuova Congregazione Religiosa, così spiega Sopoćko: 

 «Ancora a Vilnius, suor Faustina diceva di sentire l’urgente bisogno di uscire dalla Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, per fondare una nuova congregazione religiosa. Considerando questo suo desiderio come una tentazione, non le consigliavo di trattarlo sul serio. Successivamente, nelle lettere scritte da Cracovia continuava a parlare sempre di questa urgenza  e finalmente ottenne il permesso dal nuovo confessore e dalla Superiora Generale di uscire dalla congregazione, a condizione che io fossi d’accordo. Temevo di addossarmi una tale responsabilità  e risposi che sarei stato d’accordo unicamente nel caso in cui il confessore di Cracovia e la Superiora Generale non soltanto avrebbero permesso, ma le avrebbero ordinato di uscire. Suor Faustina non ottenne tale ordine e perciò si tranquillizzò e restò nella sua Congregazione fino alla morte. Andai  a trovarla durante la settimana e parlai tra l’altro di questa Congregazione che lei avrebbe voluto fondare, e adesso stava per morire. Sottolineai che forse era stata un’illusione, come forse erano state un’illusione tutte le altre cose di cui parlava. Suor Faustina promise di parlarne con il Signore Gesù durante la preghiera. Le incitazioni indicavano la necessità di fondare questa nuova congregazione nel terribile tempo che stava per venire. Successivamente, quando arrivai in ospedale e chiesi se aveva qualcosa da dirmi a proposito, mi rispose di non dovere più dir nulla, poiché Gesù mi aveva illuminato durante la Santa Messa. Disse ancora che avrei dovuto sforzarmi soprattutto per l’istituzione della festa della divina misericordia la prima domenica dopo Pasqua, che non dovevo preoccuparmi troppo per la nuova congregazione e che avrei riconosciuto da certi segni chi doveva agire e che cosa bisognava fare. Aggiunse che nella predica pronunciata quel giorno alla radio non c’era un’intenzione del tutto pura (infatti, cosi era) - che dovevo cercare soprattutto l’intenzione pura, che vedeva come, di notte, in una piccola cappella di legno, avrei ricevuto i voti delle prime sei candidate della nuova congregazione. Lei sarebbe morta presto e avrebbe già compiuto tutto quello che aveva da dire e da scrivere. Mi descrisse ancora l’aspetto della cappelletta e della prima casa della congregazione; mi disse che si rammaricava per le sorti della Polonia che amava molto e per la quale pregava spesso. Seguendo il consiglio di San Giovanni dalla Croce, quasi sempre trattavo i racconti di suor Faustina con indifferenza e non ne chiedevo i particolari. Anche in questo caso non le chiesi quali sarebbero state le sorti della Polonia per farla soffrire tanto. Lei stessa non me lo disse, ma fece un sospiro e nascose il viso tra le mani, come per terrore dell’immagine che probabilmente aveva visto»[13].

Quasi tutto quello che disse riguardo alla Congregazione si compì pienamente. 

prof.  sac.  Gregorio - Grzegorz Stanislaw Lydek


[1] Ibidem, p. 9.
[2] Sono meno note le sue disavventure con il Sant’Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrina della Fede). Contro l’opera della divina misericordia e Sopoćko che la propagandava, fu emesso nel 1958 un gravissimum monitum e il divieto di diffondere tale culto. Quando lui morì, nel 1975, il divieto era ancora in vigore. Fu revocato soltanto nel 1979, dopo 20 anni. Il gravissimum monitum «rende noto che la Suprema Sacra Congregazione del Sant’Uffizio prese in esame le asserite visioni e rivelazioni di suor Faustina Kowalska, dell’Istituto di Nostra Signora della Misericordia, defunta nel 1938 presso Cracovia, ha stabilito quanto segue: 1. doversi proibire la diffusione delle immagini e degli scritti che presentano la devozione della Divina Misericordia nelle forme proposte dalla medesima Suor Faustina; 2. essere demandato alla prudenza dei Vescovi il compito di rimuovere le predette immagini, che eventualmente fossero già esposte al culto. Dal Palazzo del Sant’Uffizio, 6 marzo 1959. Ugo O’Flaherty - Notare»: Acta SS. Congregationum. Suprema Sacra Congregatio S. Officii, I. Notificatione [6 marzo 1959], AAS 51(1959) 271.
[3] H. Ciereszko, Il cammino di santità di Don Michele Sopoćko, pp. 63-64.
[4] Ibidem.
[5] Ibidem, p. 30. 
[6] F. Kowalska, Lettere, p. 118.
[7] Cf. M. Sopoćko, Błogosławiony Ksiądz Michał Sopoćko - Dziennik, p. 122.
[8] Nel 1967 Sopoćko srisse una lettera di congratulazione e poi si incontrò con Karol Wojtyła per parlare sul tema della misericordia: vedi List ks. Sopoćki do kard. Karola Wojtyły z dn. 01.06.1967r., (kopia), AAB, LXXIX 39. 
[9] Cf. Pismo Kongergacji Świętego Oficjum do Kardynała Stefana Wyszyńskiego Arcybiskupa Warszawskiego (Richiesta dal Sant’Uffizio al card. Stefan Wyszyński), (nr prot. 65/52) del 28.11.1958, (copia) AAB, LXXIX 26.
[10] Le basi teologiche del culto della divina misericordia, benché ancora da approfondire, furono indubbiamente gettate dal Sopoćko, grazie ai suoi sforzi ed al suo grande impegno scientifico. Il cardinale Henryk Gulbinowicz Henryk Gulbinowicz così lo descrive:Po wojnie repatrianci dziękowali Bożemu Miłosierdziu, że jeszcze są na wolności.    Wiedzieliśmy, że ks. «So che il prof. prof.Sopoćko wiele pracuje od strony teologicznej, by dać mocne podstawy kultu Bożego Miłosierdzia. Sopoćko scrisse molte opere teologiche per dare una solida base al culto della Divina Misericordia.Pracował w oparciu o objawienia, które nakazał spisać s. Faustynie od roku 1933, kiedy został kanonicznie jej spowiednikiZnałem osobiście ks. Personalmente conoscevo ilprof. prof. Sopoćkę od czasów wileńskich, a bliżej go poznałem, kiedy był moim spowiednikiem w wileńskim seminarium duchownym. Przerwa w moim kontakcie zSopoćko e ho avuto modo        di conoscerlo più da vicino nel seminario di Vilnius (Sopocką była dość długa, bo od roku 1951 do 1955 1951-1955 e 1959-1970), dove egli era il mio confessore. To był czas moich studiów na KUL i profesury w Wyższym Seminarium Duchownym "Hosianum" w OlsztDecyzją papieża Pawła VI zostałem powołany w roku 1969 na rządcę archidiecezji w Białymstoku w randze administratora apostolskNel 1969, per decisione di Papa Paolo VI, don Sopoćko fu collocato nell’Arcidiocesi di Białystok.Sakrę przyjąłem 8 lutego 1970 r. Zostałem więc przełożonym ks. Quale gioia, quando don Sopoćko seppe che il suo allievo (Henryk Gulbinowicz), e il figlio spirituale tornò a lavorare nella sua amata arcidiocesiByły to lata niełatw»: H. Ciereszko, Ksiądz Michał Sopoćko profesor, wychowawca i ojciec duchowny alumnów i kapłanów, p. 146.  
[11] Cf. ibidem.
[12] Cf. ibidem, p. 147.
[13] M. Smilgin, Sługa Boży ksiądz Michał Sopoćko - realizator dzieła Bożego [Servo di Dio don Michele Sopoćko - il realizzatore dell’Opera di Dio], Wydział Duszpasterstwa Kurii Metropolitalnej Białostockiej, Białystok 1994, pp. 21-22.