Risolto il problema dell’approvvigionamento idrico del serbatoio di Montetrino dalla sorgente del Mele. Dopo una costante attività di controllo della condotta lunga ben 22 Km (parte dalle colline di Barcellona P.G. e arriva a Milazzo, dopo aver attraversato il territorio di Santa Lucia del Mela e il torrente Mela) i tecnici comunali sono riusciti ad individuare la causa della consistente diminuzione, sino quasi al prosciugamento di quella, che viene considerata una delle fonti primarie di fornitura idrica della città di Milazzo con un’erogazione di ben 1600 litri al minuto. 

Il problema è stato determinato dalla rottura di due grossi tubi della condotta, che hanno provocato la fuoriuscita dell’acqua nella parte alta del percorso con la conseguenza che a destinazione praticamente non arrivava più nulla. “Da circa sei mesi si era notata una progressiva diminuzione dell’erogazione – spiega il geometra Stefano La Malfa – sino a quando nell’ultimo mese praticamente al serbatoio di Montetrino, l’acqua non è più arrivata. Sarebbe stato un problema serio nella stagione estiva soprattutto per la zona del Capo e del Borgo e così ci siamo attivati per individuare dove potesse esserci quella che era ritenevano una perdita, peraltro rilevante. Operazione non facile visto che la condotta che parte dalla zona denominata “Colle del re” in territorio di Barcellona, si trova in un’area impervia non facilmente raggiungibile. Grazie alla disponibilità della ditta Di Maio siamo riusciti per alcune settimane ad effettuare degli scavi per cercare di trovare il guasto senza però individuare il punto esatto della perdita. Solo ieri, nei pressi di una cava, ma ad una certa distanza, abbiano notato la presenza di acqua e così si è deciso di procedere all’intervento. Riparazione, che non è stata complessa, anche se ha richiesto la sospensione dell’erogazione dalla “centrale” che si trova tra le montagne in zona difficile da raggiungere anche a piedi. Per questo colgo l’occasione per ringraziare oltre la ditta esterna, anche i nostri operai Giuseppe Trifilò e Lorenzo Aricò”.