Con il Natale si celebra la ricorrenza della nascita di Gesù. E questo non dovrebbe costituire una novità. Quello che però molti non si chiedono o non sentono la necessità di chiedersi è il significato da attribuire a tale ricorrenza. Proviamo a rispondere a questa domanda, nel caso a qualcuno possa interessare, con alcune riflessioni di teologi e preti.

Alberto Maggi: "Ecco allora rivelato il messaggio del natale di Gesù che diventa anche quello di ogni uomo che giunge al mondo: si è stati creati per creare, si vive per vivificare, si ama per permettere di accogliere l’Amore. Ognuno è chiamato a diventare luce del mondo proprio come Gesù (Mt 5,14; Gv 8,12; 9,5), per illuminare quanti brancolano nelle tenebre e divenire come la stella che guida i magi d’oriente per portarli al bambino di Betlemme (Mt 2,2-10)."

I preti del Centro Balducci: "La prossima memoria viva del Natale e? motivo di speranza. Gesù di Nazaret è venuto, uomo fra noi, per annunciare la speranza del Regno di Dio, di una nuova umanita? di fratelli e sorelle, di giustizia e di pace: questo è il sogno di Dio sull’umanità; Lui ci propone di coinvolgerci per contribuire a realizzarlo, assicurandoci la sua presenza come riferimento, guida e sostegno.

Il bambino del Natale è l’incarnazione di Dio, che ha scelto la carne dei poveri e che nella carne dei poveri verrà ucciso, che ci giudicherà sui nostri atti di solidarietà nei confronti dei poveri. Vivente oltre la morte, ci accompagna, come i due viandanti di Emmaus, oggi sulle strade delle nostre vite. La memoria viva dell’autentico Natale ci dice che le speranze che più sembrano impossibili sono rese possibili da Dio, dalla fiducia in Lui nel credere che questo può avvenire ogni giorno."

Enzo Bianchi: "La nascita di Gesù è abbraccio tra giustizia e verità, è incontro fecondo tra cielo e terra, è speranza e promessa di pace e di vita piena."

Papa Francesco: "Natale è tempo per trasformare la forza della paura in forza della carità, in forza per una nuova immaginazione della carità. La carità che non si abitua all’ingiustizia come fosse naturale, ma ha il coraggio, in mezzo a tensioni e conflitti, di farsi “casa del pane”, terra di ospitalità."

Giustizia, verità, amore, pace, carità... questi i termini ricorrenti che richiamano temi che, puntualmente, vengono ignorati o disattesi per 364 giorni all'anno, anche da coloro che dicono di essere fedeli osservanti della parola del Vangelo. Così sappiamo, e non mi riferisco certo solo alla Chiesa, che il Natale per molti è soprattutto la festa della ricorrenza dell'ipocrisia. Auguri.