Lega e 5 Stelle hanno basato il loro successo elettorale essendo contro... ognuna delle due forze politiche era contro temi ritenuti più consoni al loro "target elettorale". I 5 Stelle hanno puntato il dito contro i privilegi della casta e contro coloro che erano responsabili di averli "elargiti. La Lega ha puntato il dito contro i migranti, i rom e contro coloro che si opponessero ad un diverso modo di affrontare le problematiche legate a quei temi.

In un momento in cui la crisi economica ha peggiorato condizioni e disparità sociale nel Paese è normale che l'esser contro elettoralmente paghi. Il problema, però, è che una volta vinte le elezioni e una volta insediatisi al governo del Paese, Lega e 5 Stelle qualcosa di concreto avrebbero dovuto anche iniziare a farlo.

È vero. Nei programmi elettorali dei due partiti vi erano anche delle proposte per riforme e nuove leggi di carattere economico. Ma finora, dopo quasi due mesi di governo, non si è visto nulla o quasi di concreto. L'esser contro utilizzato in campagna elettorale è stato trasferito nell'azione di governo.

Contro i migranti, contro le ong, contro i rom, contro Boeri, contro alcuni articoli del codice penale, contro i vitalizi, contro le pensioni d'oro, contro la vendita di Alitalia, contro la vendita dell'Ilva... contro... contro...

Dobbiamo farcene una ragione. L'attuale governo è incapace di metter mano a qualcosa di concreto per problemi legati al bilancio. Le promesse di riforme economiche fanno a pugni con i conti dello Stato, tanto che si è paventato anche che la maggioranza di governo volesse far dimettere il ministro dell'Economia Tria, colpevole forse di saper leggere i numeri e confrontarli con i soldi a disposizione.

Quindi, facendo un riassunto di ciò che di concreto ha fatto il governo, troviamo solo un decreto, da sottolineare il termine decreto, che però ha alcuni aspetti controversi, al di là delle buone intenzioni. Non solo. Si è raggiunta pure la farsa con una diatriba relativa alla futura occupazione - che riguarderebbe la possibile perdita di 8mila posti di lavoro - che ha portato allo scontro tra il presidente dell'Inps, premier, vicepremier e ministri. 8 mila posti di lavoro, per lo più a tempo determinato in un decreto che vuole combattere quel tipo di contratto, potrebbe pure essere una notizia positiva perchè potrebbe poi spingere le aziende ad utilizzare contratti di assunzione diversi... ma anche in questo caso, la notizia è divetata motivo di scontro.

Quindi, se queste sono le premesse, prima di vedere qualcosa di concreto da parte di questo governo, bisognerà che abbia esaurito tutti i temi contro cui deciderà occuparsi. Se così avverrà, quello che di concreto potrà fare nei prossimi 5 anni sarà poco o nulla... almeno dal punto di vista di ciò che riguarda l'economia. Ma forse, alla fine dei conti, non potrebbe neppure essere un male.