"La festa non si vende". Con questo slogan la Filcams Cgil - quello che una volta era il sindacato dei "rossi" - ha lanciato un video animato per pubblicizzare la protesta contro le giornate di lavoro in occasione delle festività pasquali.

All’outlet di Serravalle in provincia di Alessandria, che quest’anno ha comunicato l’apertura anche nel giorno d Pasqua, è stato proclamato uno sciopero per il 15 e 16 aprile ed una manifestazione per il 15 davanti al centro commerciale.

La protesta è stata estesa a molte parti d'Italia (Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Puglia) con le sigle sindacali legate al commercio che hanno proclamato scioperi e astensione dal lavoro per il 16 e il 17 aprile, invitando ad aderire a tutti gli addetti che operino nelle attività svolte all'interno di centri commerciali.

La liberalizzazione degli orari del 2011 imposta con il decreto "Salva Italia" varato dal governo Monti ha eliminato ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali. Per i sindacati, tale provvedimento non ha creato nuova occupazione, ha prodotto dumping tra piccola e grande distribuzione, ha svenduto le festività, ha svuotato i centri storici a favore dei centri commerciali, ha svilito la qualità del lavoro e costretto i dipendenti ad orari poco concilianti con le necessità di riposo.

Per i sindacati, la disponibilità al lavoro festivo deve essere una scelta libera e autonoma dei dipendenti. Punto di vista confermato anche da alcune sentenze dei giudici che hanno affermato che il datore di lavoro non può imporre al dipendente di lavorare in una giornata festiva, definendo illegittima l'eventuale sanzione disciplinare per punirne il rifiuto, se da parte dello stesso dipendente non vi è stato un preventivo assenso.