Dopo i decreti Salvini, rispetto all'anno precedente sono diminuiti del -7,9% i permessi di soggiorno, ad oggi 242.009, a causa del calo dei permessi per richiesta di asilo che sono passati dai circa 88mila del 2017 ai meno 52mila attuali, con un calo del -41,9%.
Le registrazioni di migranti non comunitari si registrano prevalentemente nel Nord del Paese, quasi il 56%, mentre solo il 23% dei nuovi permessi viene rilasciato in una regione del Mezzogiorno.
Stesso discorso vale anche riguardo ai permessi familiari (15,8% del totale) e – soprattutto – e a quelli per lo studio (7,5%), che vedono uno scarso coinvolgimento del Sud e delle Isole.
Il dato, invece, cambia se si considerano i permessi concessi per asilo e protezione internazionale, che per il 42% vengono rilasciati da una prefettura del Nord, mentre per il 41% da una del Sud.
I permessi di asilo, come già accennato, sono diminuiti. I paesi che più di altri hanno visto decrementare rispetto al passato le quote di accoglienza, sono Guinea (-63,4%), Costa d’Avorio (-61,2%), Gambia (-56,5%), Senegal (-53,8%), Nigeria (-53,2%). Al contrario, invece, sono incrementati del 21,2% i permessi rilasciati per richiesta d'asilo a favore di cittadini provenienti dall'Ucraina.
In ogni caso, i cittadini non comunitari presenti in Italia continuano, seppur leggermente, ad aumentare, tanto che al 1 gennaio 2019 sono 3.717.406 (3.714.934 nel 2018).