Il Gran Premio di Australia, il primo della stagione, si è concluso con la vittoria della Ferrari... come nella scorsa stagione. Ma a far vincere la scuderia di Maranello non è stata la sua macchina, ma quella della direzione corse... e neppure quella reale, ma quella virtuale. E rimanendo in tema, a far perdere la Mercedes è stato un problema digitale, l'errore di un software.

Che cosa è successo? Dopo che la Mercedes è partita in testa, come ormai è prassi, c'è stato il primo pit stop. Hamilton e Raikkonen si sono fermati, rispettivamente, al 19° e 18° giro, Vettel ha tirato dritto accumulando un vantaggio che ha sfruttato in regime di Virtual Safety Car, "attivata" per la Haas di Grosjean ferma in pista a causa di una ruota mal fissata.

Vettel effettua il cambio gomme al 25esimo giro e al rientro in pista si trova in testa. Il tedesco ha cercato di recuperare la prima posizione fino alla fine della corsa, ma la sua macchina, che comunque sul ritmo era più veloce della rossa, non aveva però lo spunto sufficiente per superare la Ferrari. Così la Mercedes si è dovuta accontentare del secondo posto.

Il capo scuderia della Mercedes, Toto Wolff, ha incolpato di quanto accaduto il software di simulazione utilizzato finora dalla sua scuderia che aveva previsto uno scenario, rispetto al cambio gomme, che non è stato rispettato, mettendo così il proprio pilota in una situazione di svantaggio.

A fine gara, da registrare anche l'ottima terza posizione di Raikkonen, giunto sul traguardo a poco più di un secondo da Hamilton, che è riuscito a tenere a bada il ritorno della Red Bull di uno scatenato Ricciardo che, giustamente, voleva il podio nel gran premio di casa. Il suo quarto posto è comunque un piccolo record, visto che nel GP di Australia un pilota australiano non era mai andato oltre il quinto.

E a proposito di record, da registrare anche quello di Vettel che, con la vittoria di oggi, è entrato a far parte del ristretto numero di piloti ad aver raggiunto i 100 podi in carriera, insieme a Schumacher, Prost ed Hamilton.

Da segnalare anche, nella classifica finale, il ritorno ai vertici di un rinato Alonso che si è piazzato quinto, davanti a Verstappen, penalizzato da un testacoda.

A fine gara, la soddisfazione della Ferrari, con la consapevolezza però che il gap con Mercedes continua ad esserci.