Pensare che il turismo e l'economia nell'immediato futuro possano riprendere a funzionare allo stesso modo come prima dell'avvento della pandemia potrebbe essere un grave errore. Non sembrano però essere dello stesso avviso le forze politiche italiane presenti al Parlamento europeo che si sono riunite on line per discutere dell'ipotesi di un passaporto vaccinale, proposta avanzata dalla stessa Commissione europea.

Così l'Ansa ha riassunto i contenuti del Webinar.

A fronte della crisi innescata dalle restrizioni anti-Covid, che hanno particolarmente colpito il settore turistico facendogli perdere decine di miliardi e numerosi posti di lavoro, le principali forze politiche italiane presenti al Parlamento europeo sembrano condividere l'urgenza di introdurre un 'green pass' digitale. Un tema su cui dovrebbero arrivare sviluppi la prossima settimana, quando la Commissione europea presenterà una proposta per arrivare all'adozione, prima dell'estate, di questo strumento per facilitare il movimento delle persone.Di questo e di altri temi legati alle strategie per favorire una ripresa del turismo si è parlato nel corso di un webinar organizzato dall'Ufficio del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza della Commissione in Italia. A introdurre il nodo della necessità di ricominciare a fare viaggiare le persone è stato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. "Parlo ogni giorno con i miei colleghi europei - ha detto in un video messaggio inviato agli organizzatori - per arrivare presto a soluzioni comuni per la mobilità dei turisti".Una di queste soluzioni potrebbe essere appunto il 'green pass', che la Commissione ha confermato di voler presentare il 17 marzo. "Credo che nel rispetto della privacy, della non discriminazione e della tutela dei dati - ha sottolineato per primo nel suo intervento l'eurodeputato della Lega Marco Campomenosi - possa essere uno strumento utile e anche noi daremo il nostro contributo in questo senso".Allo stesso modo Antonio Tajani ha ribadito il sostegno di Forza Italia alla misura. "Sono favorevole - ha detto l'europarlamentare - così come la mia famiglia europea, a istituire il passaporto vaccinale per cominciare a far circolare i cittadini".Qualche sottolineatura su come realizzarlo è arrivata dall'eurodeputato del Pd Brando Benifei, ("il passaporto Covid - ha detto - va affrontato con una grande attenzione alle possibili ricadute, anche a scapito del nostro Paese, se fatto in modo sbagliato") e dal parlamentare europeo di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza: "Ci auguriamo - ha sottolineato - che possa essere uno strumento utile, ma non lo chiamerei passaporto vaccinale: serve un documento digitale che tenga insieme tutti i tipi di certificazione, tamponi, vaccino, e chi ha avuto il Covid e e per un po' è considerato immune".In conclusione, con un messaggio video, il vice presidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo (M5S) ha sottolineato "la necessità di far ripartire la macchina il più presto possibile", con i fondi in arrivo dall'Europa che offrono anche "l'occasione di ripensare il turismo del futuro". 

Personalmente, credo che sia assolutamente prematuro parlare di green pass. Si rischia, infatti, di volere affrettare una ripresa che deve esserci sì, ma non in maniera così prematura.

Non abbiamo ancora certezza del tempo che sarà necessario per vaccinare almeno l'80% della popolazione italiana (e di quella europea) e già ora si ipotizza di utilizzare un green pass per fare ripartire il turismo.

Purtroppo bisognerà per prima cosa verificare a fine anno la situazione del contagio in Italia, in Europa e nel mondo. Essere vaccinati, al momento, significa esclusivamente ridurre, soprattutto per alcune categorie di persone, la possibilità di finire in terapia intensiva, ma questo non vuol dire che si possa riaprire tutto, evitare il distanziamento sociale e altro. 


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