Ieri, la Giunta per le immunità del Senato aveva votato a maggioranza per confermare la richiesta di arresto del senatore Stefano Caridi, con 12 voti a favore, 7 contrari e un astenuto, trasmessa all'Aula dai magistrati di Reggio Calabria che ipotizzano che Caridi sia a capo della cosiddetta cupola segreta della 'ndrangheta, di cui si è venuti a conoscenza per la prima volta solo qualche settimana fa.

I voti a favore dell'arresto sono stati quelli di PD, M5S e Lega, mentre FI, Gal e Idea hanno votato contro con l'astensione del senatore Augello. Invece, i senatori Stefano e D'Ascola (NCD) non hanno votato.

Stefano Caridi, nato e residente a Reggio Calabria di professione tecnico di audiologia, è iscritto al Gruppo GAL (GS, PpI, M, Id, ApI, E-E, MPL) ed è membro della 10.ma Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Con sorprendente velocità, la richiesta di arresto è approdata subito in Aula, ed oggi il Senato è stato chiamato a decidere. E la velocità, va detto, è stata duplice. Infatti, ad inizio seduta il presidente Grasso, senza aver comunicato in precedenza la sua decisione, ha comunicato l'inversione dell'ordine del giorno imponendo all'Aula di decidere in mattinata sull'arresto di Caridi: «Colleghi, com'è noto, l'ordine del giorno di oggi prevede, tra l'altro, l'esame di un documento il cui esito potrebbe incidere sia sulla libertà personale di un senatore sia sulla stessa composizione della nostra Assemblea, e ritengo che tale argomento debba avere la priorità sugli altri. Pertanto, ai sensi dell'articolo 56, comma 3, del Regolamento, dispongo l'inversione dell'ordine del giorno al fine di anticipare l'esame del documento IV, n. 14.»

La decisione ha spiazzato completamente i gruppi di maggioranza che, probabilmente, pensavano in mattinata di avere il tempo di poter accordarsi sul voto o di rimandarlo a dopo le ferie. Quindi, alla decisione di Grasso è seguita la polemica, principalmente, del gruppo GAL con l'intervento di Mario Ferrara, cui Caridi appartiene, ma anche l'imbarazzo di quello PD che traspare nelle parole imbarazzatissime del capogruppo Zanda: «Signor Presidente, prendo atto della sua decisione e lo faccio avendola appresa, come tutta l'Aula, nel momento in cui l'ha comunicata all'Assemblea. [...] Quindi, ripeto concludendo, il nostro Regolamento è molto chiaro: questa è una decisione del Presidente della quale io prendo atto.» Le parole di Zanda sono la miglior prova di quanto gli equilibri che regolano i rapporti di maggioranza al Senato siano labili.

Di cosa è accusato il senatore Caridi? Secondo i magistrati, le indagini confermerebbero la sua affiliazione alla cosca De Stefano, che lo avrebbe sostenuto in varie competizioni elettorali. Per Caridi è stata richiesta l'applicazione dell'articolo 275, comma 3, del codice di procedura penale che prevede, per i reati di associazione mafiosa, la custodia cautelare in carcere.

Come ormai è divenuta prassi, nel dibattito in Aula i senatori non hanno discusso sull'esistenza o meno di un possibile fumus persecutionis, che farebbe ritenere che i magistrati abbiano accusato il Senatore per impedirgli di svolgere la sua attività politica, ma sono entrati nel merito dell'inchiesta, almeno coloro che si sono espressi in senso contrario all'arresto, mettendo in dubbio la consistenza e la qualità delle prove addotte dai magistrati per chiedere l'arresto di Caridi. E non vanno neppure dimenticate le critiche su come è organizzata e lavora la magistratura, come se questa non seguisse ciò che finora il Parlamento ha deciso!

Poco prima delle 16 si è tenuta la votazione a scrutinio segreto ed il Senato ha deciso di concedere l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare con 154 voti a favore, 110 voti contrari e 12 astenuti.