Nell'ultimo "focus" pubblicato a luglio dal Fondo Monetario Internazionale riguardo all'Italia, le stime di crescita per il nostro Paese rimangono quasi invariate, con la conferma della crescita del Pil di +0,1% nel 2019 ed un ritocco al ribasso per il 2020, che passa dal +0,9% al +0,8%.
Un bel cambiamento, indubbiamente, verso il basso rispetto alla non pur esaltante crescita registrata nel 2017 e nel 2018.
Però va considerato che anche la media della stima di crescita a livello mondiale è vista al ribasso fino al 2020, anche se non certo ai livelli dell'Italia.
Infatti, dopo il +3,8% del 2017 e il +3,6% del 2018, il Pil mondiale è atteso al +3,2% nel 2019 e al +3,5% per il prossimo anno. Si tratta di una riduzione di 0,1 punti percentuali per ognuno dei due anni.
A minacciare il non esaltante quadro macroeconomico attuale anche la possibilità di ulteriori rinnovate tensioni sul fronte degli scambi commerciali e quella di una Brexit "no deal", che finirebbe per incidere pesantemente - direttamente e indirettamente - su gran parte delle economie dei vari Paesi europei.
Infine, per l'FMI, rimane in Italia un'incertezza sulle prospettive di bilancio simile a quella già riscontrata nello scorso aprile, con un conseguente impatto su investimenti e domanda interna.