Il mercato della bicicletta vale ben 9 miliardi di euro in Italia. Una cifra enorme che emerge da una indagine di mercato che ha preso in analisi l’intero ecosistema nazionale di questo settore, circa 2900 aziende con 17.000 addetti.

Dal 2018 a oggi la produzione italiana segna un +20% soprattutto grazie alla diffusione delle e bike e alle nuove politiche di promozione della mobilità ciclistica, oltre alla maggiore attenzione ai temi ambientali.

La bici fa sempre tendenza, ma genera anche tante polemiche, tra piste ciclabili e rapporto con gli automobilisti e i pedoni. La pericolosità delle strade delle città, il traffico, la velocità e talvolta l’imprudenza degli automobilisti sono di fatto i principali deterrenti all’uso quotidiano della bicicletta, specie per i ciclisti non ancora esperti.


Ma esiste un bon ton del ciclista?“Bisogna chiedere ad un ciclista fermo se ha bisogno di aiuto”- dice Gianluca Bernardi, esperto del settore, CEO e designer di BRN Bike Parts e Cigno-“non buttate niente per strada, mettete in tasca e svuotate a casa; nelle aree pedonali sempre meglio scendere di sella, quantomeno rallentate drasticamente la velocità; pedalate in carreggiata lasciando almeno un metro di distanza tra la propria traiettoria ed il marciapiede (o guardrail) per conservare un margine di manovra a destra per evitare le automobili che sopraggiungono da dietro in velocità”. 

Cosa è importante fare nel traffico?“Prima di tutto bisogna stabilire durante la marcia un contatto visivo con gli automobilisti che procedono vicino a voi: ovviamente questo è possibile solo a velocità moderate, ma può rivelarsi molto utile. Se infatti siete ben consci dei pericoli che potete correre dallo scontro con un’auto, altrettanto non vale per chi è alla guida del mezzo a motore, che spesso guida d’inerzia senza tenere i sensi sempre all’erta. Può essere molto utile, in determinate situazioni, servirsi delle braccia per comunicare con gli automobilisti, convincendoli ad attendere ed effettuare il sorpasso con maggiore spazio a disposizione, anche per segnalare la svolta a destra o a sinistra. Per tutti questi motivi, è opportuno pedalare senza tenere in mano niente; quindi conservate telefoni, spuntini e oggetti vari in giacca o in una tasca da manubrio, telaio o sellino”.

Il casco è utile?
“Sicuramente, fino a velocità prossime ai 30 km/h, anche se non è comunque obbligatorio. L’uso delle luci in bici, davanti e dietro, è essenziale nelle ore di buio e comunque obbligatorio. In particolare è fondamentale la luce posteriore (per essere visti da dietro). Il giubbino catarifrangente è invece utile in galleria, prima dell’alba e dopo il tramonto. Altro accessorio utile di sicurezza passiva, poi, è lo specchietto retrovisore”.

Spesso gli automobilisti e i pedoni si lamentano della maleducazione di coloro che vanno in bici…“La cordialità va sempre applicata. Ringraziate, quando si è a piedi o in bici, le auto che ci fanno attraversare sulle strisce pedonali, cosa che dovrebbe essere un diritto sacrosanto, scontato e fuori di ogni discussione. Ma scambiare gesti di cordialità con i passanti – un sorriso, un grazie con la mano, un cenno con la testa – su qualsiasi mezzo viaggino e anche non necessariamente dovuti, aiuta a relazionarsi meglio con gli altri, a infondere serenità e rispetto reciproco.Una cosa è certa: dove la percentuale di incidenti ai danni dei ciclisti in relazione al numero di tragitti compiuti è molto bassa (Paesi Bassi e Danimarca), il merito è delle amministrazioni che hanno saputo creare un contesto urbano a misura di bicicletta e di pedone, rallentando la velocità delle automobili nel centro urbano e separando il flusso auto-bici con opportune piste ciclabili sulle strade a scorrimento medio-veloce”.