Venerdì il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l'ordinanza che aggiunge nuove restrizioni alla quarantena per il coronavirus, rispetto a quelle già decise con il dpcm dell'11 marzo, in modo da far fronte alle richieste in tal senso avanzate da sindaci e presidenti di regione.

«È necessario fare ancora di più per contenere il contagio - ha dichiarato il ministro Speranza, accompagnando il provvedimento -. Garantire un efficace distanziamento sociale è fondamentale per combattere la diffusione del virus. Il comportamento di ciascuno è essenziale per vincere la battaglia».


Di seguito le misure stabilite nell'ordinanza, già da ora in vigore, che avranno validità fino al 25 marzo:

è vietato l'accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici;

non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all'aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona;

sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all'interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali;

restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro;

nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.


Le misure del ministro, ovviamente, non sono state accolte con favore da alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali che chiedevano provvedimenti ancora più rigidi. Sono gli stessi amministratori che hanno imposto strette su orari e giorni di apertura di supermercati e centri commerciali ottenendo, come conseguenza, che da due giorni ci siano code lunghissime e assembramenti di persone in attesa di fare la spesa. 

Chiunque avrebbe capito che sarebbe andata a finire così, ma non alcuni politici che, purtroppo, si trovano a ricoprire incarichi che evidentemente vanno molto al di là delle loro capacità logiche.