Esaminando attentamente le opere di Sopoćko, troviamo una parte dedicata alle scuole e alle correnti di spiritualità cattolica che seguono molte volte i carismi degli Ordini religiosi come i Benedettini, i Carmelitani, i Certosini, i Domenicani, i Francescani e i Gesuiti[1]. In essa, il Nostro rileva e tiene presente che ogni spiritualità abbraccia elementi teologici, compresi quelli liturgici, scritturistici, storici, psicologici e sociologici. Sopoćko nota che la spiritualità cattolica viene descritta come un processo in due direzioni. La prima direzione riguarda “la crescita interiore” di una persona, la seconda, invece, riguarda “il frutto della vita interiore” di una persona, che si manifesta nella preghiera costante e nelle opere di misericordia. Ecco perché la spiritualità cattolica ha sempre richiesto una “vita ascetica e di preghiera”, in cui una guida spirituale e la luce dello Spirito Santo aiutino a discernere la direzione dei singoli e delle comunità (cf. 1Ts 5,19-22; 1Gv 4,1)[2]. In una lettera del Nostro scritta alle religiose leggiamo: 

 «Noi, invece, abbiamo la possibilità, con l’aiuto di Gesù Cristo, il Re della misericordia, fondandoci sulla sua misericordia, di rendere misericordia alla gente e contribuire al cammino di santificazione, aiutandola a crescere nella santità e a svolgere così un’influenza positiva sulla società. Chi confida nel Dio della misericordia, non sarà soltanto il passivo ricevente delle grazie, ma cercherà di compiere le opere della misericordia»[3].

 Dal testo appena riportato si desume che il cammino spirituale del cristiano, fondato sulla “spiritualità della misericordia”, è finalizzato alla santità, alla crescita interiore e al cambiamento positivo della società. Per Sopoćko, il vero protagonista del cammino spirituale è sempre lo Spirito Santo[4]. Il “protagonismo” dello Spirito è invisibile, nascosto, misterioso. Esso consiste nell’emergere pian piano alla coscienza del cristiano, pronta ad “abbracciare e a vivere la via dell’amore” nel modo più intenso. Solo così, il cristiano può percepire l’azione interiore dello «Spirito Santo che è Amore»[5]. Lo Spirito, mediante la grazia, è il primo a “cristallizzare la fede” e a infondere la vita nuova. Essa consiste nel conoscere il Padre di misericordia e colui che Egli ha mandato, Gesù Cristo (cf. Gv 17,3). Il Nostro dice che l’Antico Testamento annunciava esplicitamente il Padre delle misericordie, il Figlio, invece, in modo più “nascosto” e “misterioso”. Infatti, il Nuovo Testamento ha manifestato pienamente il Figlio - Gesù il Cristo, e ha aiutato ad intravvedere la terza Persona della Trinità - Spirito Santo. Ora, nel “tempo della Chiesa”, lo Spirito “vivendo in mezzo agli uomini”, si lascia conoscere. Per questo gli uomini hanno “una visione più esatta di se stessi”. Secondo il pensiero di Sopoćko, solo attraverso un cammino spirituale di avanzamento, d’approfondimento del mistero di Dio e di progresso guidato dallo Spirito Santo, gli uomini possono vedere con “gli occhi della fede la luce della Trinità” e la sua più bella trasparenza[6]. 

In una meditazione del Nostro sulla vita religiosa scritta per le suore, carica di esperienza umana e spirituale, leggiamo: «bisogna sempre vivere secondo lo Spirito Santo, rinnegare se stessi, per poter capire bene cosa il Re della misericordia esiga dalla nostra miseria umana»[7]. Nell’itinerario spirituale proposto da Sopoćko, “il vivere secondo lo Spirito”, sta per indicare una particolare necessità dell’uomo nel vivere “con”, “in” e “per” Dio di misericordia. “Il vivere secondo lo Spirito”, vuole dire convertirsi tutti giorni e osservare la “Legge dell’amore”. In tal modo l’uomo che vive secondo lo Spirito si riconosce creatura e, riconoscendosi tale, si sottomette volentieri alla “Legge dell’amore del Creatore”. La creatura, pertanto s’impegna ad amare Dio di misericordia e ad evitare in modo più radicale il peccato. Non possiamo dimenticare però, che nella creatura c’è anche un’altra legge, quella che combatte contro la “Legge di Dio” e rende l’uomo schiavo della “legge del peccato” (cf. Rm 7, 22-24). Tanto è vero che dinanzi alla “legge del peccato”, e cioè l’incapacità di osservare pienamente la “Legge dell’amore”, nasce nel cuore umano il profondo desiderio d’essere aiutato da Dio che salva. In questo desiderio umano s’inserisce la voglia e la capacità d’essere più buoni, virtuosi, santi e soprattutto più misericordiosi[8]. Ecco perché san Paolo, nella Lettera ai Romani, dice:

 «Nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?» (Rm 7, 22-24).

 Secondo Sopoćko, la liberazione dalla schiavitù del peccato, di cui parla l’apostolo Paolo, si può ottenere attraverso un cammino spirituale alla luce dello Spirito, lasciando spazio alla relazione personale con Cristo. Esattamente, tutti coloro che camminano secondo lo Spirito e rafforzano la relazione viva con il Salvatore, mediante la sua morte e la gloriosa risurrezione, vengono portati alla vera liberazione dai peccati. Gesù, «mite e umile di cuore» (Mt 11,29), chiama tutti gli uomini alla sequela delle sue orme, attraverso il cammino alla luce dello Spirito, la pratica delle virtù e delle opere dell’amore[9]. Infatti, questo cammino è realizzabile solo se si praticano le virtù cristiane e le opere di misericordia. Con esse ognuno s’impegna ad amare Dio e il prossimo con “il cuore nuovo”, e cioè non più “di pietra ma di carne”. Tanto è vero che anche il profeta Ezechiele ne dà la conferma: 

 «Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme» (Ez 36,24-27).

 Alla luce di questa citazione biblica si desume che tutti gli uomini devono essere purificati con “l’acqua pura” - simbolo dello Spirito Santo. Secondo la promessa profetica, veniva donato agli uomini lo “spirito nuovo” e il “cuore nuovo”. In altre parole, i “cuori di carne” stavano per diventare le dimore dello Spirito di Dio. Egli è colui che doveva guidare e aiutare gli uomini a vivere secondo l’osservanza delle nuove leggi e le norme basate sull’amore di Dio. Infatti, per questo il “cuore di pietra” doveva essere sottratto per sempre e trasformato nel tempio vivo dello Spirito Santo. Lo Spirito che è sempre lo stesso, oggi, ieri e per sempre. Colui che ha parlato attraverso i profeti dell’Antico Testamento e ha rafforzato la fede degli apostoli in Gesù Cristo nel Nuovo Testamento, Colui che agisce oggi nella Chiesa, illumina incessantemente il cammino spirituale e suscita tuttora la fede in Gesù Cristo. Perciò, «nessuno può dire che Gesù è il Signore, se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1Cor 12,3)[10]. 

sac. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. Grzegorz Lydek


 
[1] Vedi Dz., q. III, p. 218.
[2] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia. Listy ks. Michała Sopoćki, pp. 65-71.
[3] M. Sopoćko, Misericordia Dei confidentibus in Eum, p. 2.
[4] Cf. M. Sopoćko, Rozważania o Bożym Miłosierdziu i konferencje. Zaparcie samego siebie, p. 252.
[5] M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdzu, p. 51.
[6] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia. Listy ks. Michała Sopoćki, pp. 66-67.
[7] M. Sopoćko, La vita religiosa, p. 1.
[8] Cf. M. Sopoćko, Rekolekcje o Bożym Miłosierdziu, pp. 44-45: Dar Miłosierdzia, pp. 18-19, 39-41, 65-67.
[9] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia, pp. 110-120.
[10] Dz., q. II, p. 101.