A parte Massimo D'Alema, il clone antipatico di Matteo Renzi, e Laura Boldrini, ovvero la donna senza ironia, i nomi sulle liste di Liberi e Uguali, per chi è di sinistra, potrebbero finire pure per essere addirittura "votabili".

Meno del 50% dei parlamentari uscenti è stato ricandidato ed a riempire le caselle sono state chiamate persone provenienti da associazionismo e movimenti civici, oltre ad amministratori locali ed esponenti politici, con lo scopo di dare massima rappresentanza agli elettori dei vari collegi, cosicché il 70% dei capilista e oltre l’80% dei candidati è espressione del territorio (secondo quanto dichiara LeU).

Se sia davvero o no un nuovo modo di fare politica lo sapremo in futuro nel caso vengano eletti. Ma che LeU sia sempre più guardato con preoccupazione dal Pd ne è testimonianza la dichiarazione di martedì di Romano Prodi, che ha imputato a Liberi e Uguali di voler dividere il centrosinistra!

Queste le sue parole, rilasciate ad un sito di informazione online: «Liberi e Uguali non è per l'unità del centrosinistra. Punto. ...
Renzi, il gruppo che gli sta attorno, il Pd e chi ha fatto gli accordi con il Pd sono per l'unità del centrosinistra. ...
In questo momento non sono per l'unità del Centrosinistra. Punto. ...
Sapete benissimo che ho sempre lavorato per la unità del centrosinistra. E quindi io solo questo posso ripetere.»

«È opinabile quello che Prodi ha detto, perché che Renzi voglia fare il centrosinistra è un giudizio troppo generoso, non so su quale base sia fondato - è stata la replica di Bersani in una intervista tv. - Noi andremo a votare con una legge elettorale sulla quale ci sono stati 8 voti di fiducia e che Renzi ha fatto con la destra, non con noi.

Applicando quella legge, Renzi ha azzerato tutti quelli che parlavano di centrosinistra e ha messo in Sicilia i sodali di Cuffaro e Lombardo, in Lombardia il braccio destro di Formigoni e nel cuore dell’Emilia Casini e Lorenzin, tutta gente che quando parla di centrosinistra pensa di farlo con Berlusconi. Purtroppo la spaccatura che si è creata è profonda ed è nel popolo del centrosinistra.»

Ma anche Pietro Grasso ha voluto replicare a Prodi in un'intervista all'Ansa: «È sotto gli occhi di tutti che il centrosinistra non si è potuto ricomporre per volontà di Renzi. La composizione delle liste e le otto fiducie sulle legge elettorale sono segnali inconfutabili della volontà del Pd e di Renzi di fare altro.

Prodi ritiene la finta coalizione che ha messo in piedi Renzi, che lo costringerà a votare Casini a Bologna anziché Errani, un centrosinistra unito? Noi in quel tipo di coalizione non ci possiamo stare.»

Sulla stessa linea anche le dichiarazioni di Roberto Speranza e Laura Boldrini.

Repliche dovute, ma anche inutili, dato che Prodi - come dimostrano le sue precedenti esperienze - anche se è stato un ottimo amministratore, di politica non ne ha mai capito nulla. Pertanto le sue parole, in fin dei conti, possono pure avere il valore di viatico ed essere anche considerate di buon auspicio per Liberi e Uguali.