Dopo l'arresto di Aleksey Navalny, avvenuto domenica sera al suo rientro a Mosca dalla Germania dove era stato curato dopo  il tentativo di avvelenamento da parte di agenti dei servizi segreti russi, sono arrivate le proteste da parte di molti Paesi.

Il consigliere per la sicurezza nazionale del subentrante presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Jake Sullivan, ha ufficialmente dichiarato che "gli attacchi del Cremlino contro Navalny non sono solo una violazione dei diritti umani, ma un affronto al popolo russo che vuole che la sua voce venga ascoltata", aggiungendo che "Navalny deve essere immediatamente liberato e i responsabili del vergognoso attacco alla sua vita devono essere perseguiti".

Ma in precedenza, sorprendentemente considerando i rapporti tra Trump e Putin, anche il segretario di Stato uscente, Mike Pompeo, aveva espresso una posizione identica, chiedendo il "rilascio immediato e incondizionato" di Navalny, precisando che "i leader politici non temono le voci del dissenso, né commettono violenze o arrestano ingiustamente gli oppositori politici".


Critiche a Putin anche da parte dell'Europa, con Francia, Italia e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che hanno chiesto il rilascio di Navalny.

Sulla stessa linea, anche il governo britannico che in una dichiarazione ufficiale ha affermato di essere "profondamente preoccupato" per l'arresto di Navalny, aggiungendo che "invece di perseguitare la vittima di questo terribile crimine, le autorità russe dovrebbero indagare su come un'arma chimica possa essere stata utilizzata sul suolo russo".