Venerdì i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, unitariamente, avevano informato il Governo e il ministro Di Maio di aver organizzato per l'11 settembre scioperi in tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva ed un presidio al Mise, per sapere quale sarebbe stato il destino degli impianti di Taranto e Genova, viste le incertezze del ministro dello Sviluppo e l'incombente scadenza del 15 settembre.

Quella di ieri da parte dei sindacati era la "risposta" alla mancata risposta ad una precedente richiesta inviata al Mise dalle stesse sigle sindacali.

In serata, stavolta, Di Maio ha però ritenuto fosse necessario far sapere che ancora, tra un impegno e l'altro, si sta occupando di Ilva.

Ecco che allora, il ministero dello Sviluppo ha rilasciato una nota in cui dichiarava per mercoledì 5 settembre la convocazione di "un tavolo, dalle ore 14, per proseguire il confronto sulla cessione della società ILVA".

All'incontro sono stati invitati:

la direzione aziendale della AM INVESTCO ITALY S.R.L.;
i Commissari che attualmente gestiscon l'Ilva: Laghi, Gnudi, Carrubba;
le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria e confederali: FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL, USB, UGL Metalmeccanici, FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT-UIL, FILCTEM-CGIL, FLAEI-CISL, UILTEC-UIL, UGL CHIMICI, CGIL, CISL, UIL, UGL, Federmanager.

I sindacati, nel frattempo, non hanno comunque revocato la giornata di protesta, fissata in precedenza per l'11 settembre, in attesa di capire se il 5 settembre ci siano o meno le condizioni per avviare la trattativa.