Alla fine è accaduto: sia i francesi che gli italiani hanno raccolto l'invito e i fedeli musulmani si sono recati nelle chiese cattoliche per assistere alla celebrazione domenicale e pregare insieme ai "fratelli" cristiani.

Non c'è stato bisogno di tanti proclami, o di una cassa di risonanza mediatica strotosferica. Semplicemente, persone di buon senso e di fede hanno vissuto un momento insieme, indipendentemente dal credo professato.

Il segnale è comunque arrivato, e sta tutto nel messaggio che ha lanciato l'Imam di Centocelle, Mohammed Ben Mohammed, mentre si trovava a Trastevere per assistere - appunto - alla Messa.

SE IL TERRORISMO CI DIVIDE, ALLORA HA VINTO

L'Imam dice di essere molto felice di trovarsi insieme ai fratelli cristiani; dice anche di essersi sentito "accolto" e precisa che l'accoglienza è una caratteristica comune del cristianesimo come dell'islamismo, invitando a ricambiare il gesto appena compiuto da parte dei cristiani, recandosi nelle moschee.

Sottolinea che la violenza ed il terrorismo non appartengono a nessuna religione, ricorda gli accadimenti ultimi nel mondo e dichiara che agli atti terroristici deve essere tolto il potere della divisione.

Solo se questo potere sarà neutralizzato, il terrorismo potrà essere sconfitto, In caso contrario, a perdere saremo tutti noi.

Anche Papa Francesco, di ritorno da Cracovia, ribadisce con forza che l'Islamismo non è una religione della violenza, e dice testualmente: "Non è giusto nè vero parlare di islam violento e di terrorismo islamico", "allora dovrei parlare anche di cattolici violenti", "ho parlato a lungo con l'imam di Al Azhar, conosco quello che pensano, vogliono la pace". In ogni religione ci sono "gruppetti fondamentalisti'. Lo Stato che si definisce islamico ci presenta la sua carta di identità violenta, ma non è l'Islam".

Bona audienda, pauca.