Questo è un riassunto di ciò che ha detto Padoan alla Commissione banche durante la sua testimonianza di lunedì 18 dicembre.

«Mi sembra anzitutto opportuno sottolineare che gli effetti sul sistema bancario italiano non sono da ascrivere soltanto alla crisi finanziaria globale e a quella del debito sovrano, ma più direttamente alla conseguente recessione economica. Rammento che tra il 2007 e il 2013 l’Italia è passata attraverso sei anni di recessione o crescita debole con una caduta complessiva del PIL di poco inferiore al 10%. La produzione industriale si è contratta di circa il 25%. Il deterioramento del quadro macroeconomico e le difficoltà di famiglie e imprese si sono ripercossi sulle banche italiane, anche in ragione del loro modello imprenditoriale, che è in larga parte quello della banca commerciale, determinando il progressivo aumento dei crediti deteriorati, fino a portarlo a livelli anomali.»

Insomma, per Padoan, la crisi della banche italiane è stata graduale a causa dell'aumento dei crediti deteriorati, che ha raggiunto il picco tra il 2015 e il 2016, dovuto all'insolvenza delle imprese a causa della crisi economica.

Padoan ha riassunto la risposta degli ultimi due Governi in carica a tale problematica con il ricorso ad una riforma della governance del sistema bancario, a procedure di insolvenza e di recupero dei crediti, allo sviluppo di un mercato dei crediti deteriorati.

Il ministro dell'economia ha poi parlato delle crisi bancarie, ed ha introdotto l'argomento rammentando in precedenza - a tal proposito - il cambiamento del quadro normativo imposto dalle nuove regole europee.

In relazione al fallimento di Banca Marche, Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti, Padoan ha dato la responsabilità all'Europa del mancato salvataggio proposto dal Governo, ma considerato aiuto di Stato e pertanto vietato, e ha indicato la Banca d'Italia come artefice del piano di risoluzione da avviare non appena fosse stato in vigore il decreto legislativo di recepimento delle nuove normative europee. Per Padoan, "l’unica alternativa alla risoluzione sarebbe stata la liquidazione delle banche che, se fosse stata assistita da aiuti di Stato, avrebbe comunque comportato il medesimo grado di partecipazione dei creditori subordinati alle perdite. Una liquidazione senza aiuti avrebbe invece condotto a un coinvolgimento ben più ampio dei creditori, che si sarebbe esteso anche ai creditori chirografari (detentori di obbligazioni senior e depositanti non protetti)."

Il ministro ha poi spiegato anche l'intervento del Governo in relazione alla risoluzione dei problemi di MPS e delle due banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nel caso delle banche venete rispetto alle quattro banche locali sopra menzionate, il Governo ha ritenuto che "la liquidazione [fosse] la migliore strategia di intervento per la tutela del risparmio e il contenimento dei rischi di contagio."

Per quanto riguarda infine MPS, non essendo quella banca in una situazione di dissesto, "la flessibilità individuata nelle norme della BRRD sulla ricapitalizzazione precauzionale ha permesso di preservare il valore dell’azienda e di effettuare un intervento pubblico non a fondo perduto, ma nella forma della sottoscrizione di azioni, con prospettive di recupero del denaro del contribuente."


Da sottolineare, inoltre, le dichiarazioni di Padoan in risposta a chi gli chiedeva, in relazione a Banca Etruria, se avesse avuto notizia di interessamenti da parte di altri ministri: «Le discussioni a livello di Governo sulle questioni delle banche in difficoltà sono avvenute in modo continuativo tra il presidente del Consiglio e me e in altre rare occasioni sono state discusse in gruppi più ampi di Governo, ma in generale le discussioni erano tra il presidente del Consiglio e il sottoscritto.»

Già questa affermazione poteva essere considerata una mazzata sulle presenti e future ambizioni politiche di Maria Elena Boschi. Padoan, però, oltre alla mazzata ha aggiunto anche il colpo di grazia per l'esponente di punta del giglio magico renziano, con questa ulteriore precisazione: «Io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un'autorizzazione... la gestione delle questioni bancarie è di competenza del ministero dell’Economia che di abitudine, in casi di crisi difficili, ne parla con il presidente del Consiglio.»