Lunedì 18 dicembre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso una proposta di risoluzione presentata dall'Egitto per bocciare la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.

Le motivazioni della risoluzione hanno trovato la propria conferma nelle dichiarazioni dell'inviato di pace in Medio Oriente, Nickolay Mladenov, che ha detto che le decisioni unilaterali minacciano la soluzione di pace con due Stati, chiedendo anche ad Israele di arrestare le sue attività illegali di nuovi insediamenti nei territori occupati, perché effettuate in violazione delle risoluzioni internazionali. 

Mladenov ha poi fatto notare che la violenza nell'area è aumentata dal momento in cui Trump ha voluto riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, senza che, allo stesso tempo, ci siano  state reali iniziative per sostenere il processo di pace.

La proposta di risoluzione è stata votata all'unanimità da tutti i Paesi che partecipavano alla riunione, ad esclusione degli Stati Uniti che, tramite l'ambasciatore Nikki Haley, hanno posto il veto alla sua approvazione.

Secondo la Haley, bocciare la decisione di Trump non aiuterebbe il processo di pace in Medio Oriente, aggiungendo anche che la risoluzione 2334 approvata dal Consiglio di sicurezza lo scorso anno per vietare nuovi insediamenti da parte di Israele in Cisgiordania è un ostacolo al processo di pace e che l'errore commesso dalla precedente amministrazione statunitense di astenersi dal votare risoluzioni simili non sarà ripetuto.

La Haley ha poi spiegato, anche se non si sa bene in base a quali fatti e a quale logica, che il fallimento degli sforzi di pace non è dovuto agli insediamenti di Israele, ma ai leader palestinesi che nel corso degli anni hanno respinto diverse proposte di pace.

Il progetto di risoluzione proposto e redatto dall'Egitto, pertanto, non è passato per il veto degli Usa, nonostante fosse sostenuto dagli altri 14 Stati membri che consideravano non corretta la decisione di Trump.

Un voto, quello del Consiglio di sicurezza, che appariva scontato e sul cui esito era difficile, se non impossibile, prevedere ipotesi diverse. L'Autorità Palestinese ha annunciato che sull'argomento chiederà di esprimersi all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove gli Stati Uniti non saranno però in grado di usare questo privilegio.