All'alba di lunedì a Firenze sono andati a fuoco, tra Campo di Marte e Rovezzano, tre pozzetti che in quel tratto alimentano la distribuzione elettrica della rete ferroviaria, sia relativa al traffico locale che a quello nazionale.

Alle 5:40 il traffico è stato sospeso ed è potuto riprendere, ma solo con "marcia a vista", intorno alle ore 8. Con quali conseguenze? Che il traffico locale, ma soprattutto quello nazionale è andato in tilt con ritardi che si sono accavallati su tutta la linea ad alta velocità che collega Milano a Napoli, con la cancellazione di ben 25 partenze - tra Italo e Trenitalia - e persone che hanno iniziato ad affollare le banchine ai binari, soprattutto a Roma e Firenze, in attesa di sapere quando sarebbero potute partire.

I ritardi dell'Alta Velocità, a catena, hanno causato altri ritardi su altri convogli, finendo per interessare gran parte della tratta ferroviaria di tutta Italia, da nord a sud.

Una situazione caotica che potrà essere smaltita solo nell'arco della giornata e che si è venuta a creare a meno di 48 ore dallo sciopero programmato nel settore dei trasporti in programma il 24 e il 26 luglio.

Gli incendi, segnalati dal motorista di un treno merci in transito, secondo le prime ipotesi degli investigatori sarebbero di origine dolosa ed RFI, per tale motivo, sporgerà denuncia contro ignoti.

Al di là delle responsabilità - di certo RFI non può essere responsabile per chi appicchi un incendio, se così è stato - quanto accaduto dimostra comunque la fragilità delle infrastrutture del nostro Paese, visto che basta veramente poco per un vandalo - al di là delle motivazioni più o meno politiche che lo abbiano animato - bloccare parte delle comunicazioni di un Paese che si dice essere una delle economie più grandi al mondo.

È una domanda non certo assurda visto che quello che è accaduto stamani non è la prima volta che accade. Possibile che ancora non sia stato previsto un backup per evitare il ripetersi di situazioni simili? Finora sembra di sì.

E a dimostrare che in questo Paese le istituzioni sono ben lontane dal trovare - e persino dal pensare - soluzioni ai problemi arriva l'ennesima azione di propaganda di quell'agitatore politico a cui è stato affidato l'incarico di ministro dell'Interno che, vista la diffusione della notizia, ha pensato bene di sfruttarla per farsi pubblicità...