Più che ad un governo per il Paese questo gialloverde assomiglia sempre più ad un asilo Mariuccia messo su per il sollazzo di ragazzotti senza arte né parte, sprovveduti e maldestri ma smaniosi di mettere le mani sulle leve del potere.

Basta osservare i componenti dell’esecutivo per capacitarsi che siamo in presenza di una ammucchiata di individui di ogni tipo e per tutti i gusti.

A distinguersi, però, per la stravaganza del ruolo scelto è il ministro e vicepremier Luigi Di Maio che ha scoperto, una volta al governo, di avere una improvvisa predisposizione a fare il badante del collega Matteo Salvini, il ministro tuttofare.

Maliziosamente sono portato a pensare che Di Maio faccia il badante di Salvini non perché ispirato da un affettuoso improbabile impulso a proteggere il collega di governo.

Credo, piuttosto, che a fare il badante lo spinga la paura fottuta che se non si sdrammatizzassero le tante magagne salviniane, il governo gialloverde finirebbe a carte quarantotto ponendo così fine a quella favola che fa Di Maio protagonista, senza meriti, della scena politica.

Sembra, ancor più, che poco gli interessi che il suo essere lo strisciante badante di Salvini crei malumori e dissensi all’interno del M5S.

Fatto sta che ci vorrebbero pagine e pagine per ricordare tutti gli episodi in cui, in questi mesi, Di Maio si è affannato a minimizzare le inconsulte avventatezze di Salvini, per cui mi limiterò a citare solo l’ultimo caso.

Da quando Salvini aveva comunicato che martedì 28 agosto avrebbe incontrato a Milano il primo ministro ungherese Viktor Orbán, il meschinello Di Maio si era prodigato nel rassicurare le schiere pentastellate, raccontando loro la fandonia che si sarebbe trattato di un semplice vis-à-vis personale anche se politico e non certamente di un incontro istituzionale tra esponenti di governo di due paesi.

Prestando fede alle parole del loro Capo politico e vicepremier, i pentastellati avranno creduto ingenuamente che Salvini avrebbe incontrato Orbán in via Bellerio, cioè nella sede della Lega, o tutt’al più in un albergo milanese.

Invece no !!!

L’incontro, infatti, si è svolto nei locali della Prefettura di Milano, il più istituzionale dei palazzi presenti nella città meneghina.

Non solo, ma a sbugiardare ancor più il badante meschinello c’è l’addobbo della location in cui Salvini ed Orbán hanno poi incontrati i giornalisti per una molto formale conferenza stampa.

La sala, ovviamente, era ancora all’interno della Prefettura ma, incredibile a dirsi, alle spalle dei due leader spiccavano … informalmente(!?!) … le bandiere italiana, ungherese e perfino della UE.

Secondo il badante avrebbe dovuto trattarsi di un incontro personale ma non istituzionale !

A questo punto mi domando: ma nel suo persistere a dare la zappa sui piedi a se stesso ed al M5S Di Maio c’è o ci fa ?