E' questo il centrodestra? Incapace, ancora una volta, di rinnovarsi. In cinque anni ci sarebbe stato tutto il tempo necessario per fare riunioni, congressi ma soprattutto per fare politica e affidare i circoli agli uomini della società civile, persone di cui ancora non si sa nulla e che secondo i proclami dovrebbero concorrere per la nuova Camera e il nuovo Senato.

Quella di oggi è una coalizione articolata e variegata come storicamente accade dal 1994 però sta volta se da una parte c'è la coerente e seria Giorgia Meloni nella veste che prima fu di Alleanza Nazionale, dall'altro lato c'è l'indomabile Matteo Salvini, un populista orgoglioso, praticamente un grillino mancato, sia nei toni che nei temi.

Eppure tutti hanno bisogno di tutti ed ognuno è fondamentale per la vittoria della coalizione. Poco importa se Salvini è un NO VAX oppure se Salvini voglia abolire totalmente la legge Fornero mentre Silvio vorrebbe semplicemente applicarvi dei correttivi.

Tuttavia, i tre continuano a pranzare insieme nel nome dell'unità parlando di seggi e di programmi dimenticandosi di quelle forze che potrebbero risultare decisive per la vittoria. Le forze moderate, a partire da Noi con l'Italia, una formazione fatta di uomini radicati sui territori e molto vicini alle idee e alla politica di quello che è stato il berlusconismo di questi vent'anni ma sicuramente distanti anni luce dal populismo in felpa verde. Si tratta della cosiddetta quarta gamba, stampella del governo per tanto tempo, un governo a cui sarebbe sbagliato non riconoscere i risultati positivi dal lavoro fino ai diritti civili.

Un governo a cui la stessa FI ha bocciato le riforme referendarie per ripicca, trattandosi delle stesse proposte fatte dieci anni prima da Berlusconi in uno dei suoi tanti tentativi bloccati di modernizzare il paese. Forza Italia ha una storia moderata ed in realtà è molto vicina nei contenuti a Renzi ma non al centrosinistra, però Matteo e Silvio continuano a bacchettarsi a vicenda, sempre sul piano politico e mai personale mostrando educatamente di non voler litigare troppo.

Questo ci fa riflettere sui possibili scenari futuri. In effetti dovrebbero un attimo fermarsi a riflettere, sedersi a un tavolo ad analizzare tutti i punti in comune che hanno, molti di più rispetto alle differenze.

Va ricordato che la Germania grazie alle grandi coalizioni di moderati si è assicurata una stabilità ed uno sviluppo senza precedenti mentre in Italia incombe il pesante rischio grillino, un rischio che un grande soggetto popolare e moderato spazzerebbe via in poco tempo, in favore di una nazione più forte e più prospera. Ma soprattutto, per vincere, non ci sarebbe più la necessità di fare alleanze impossibili tra mondi distanti e contrastanti ma nemmeno, ad essere onesti, il bisogno di fare promesse faraoniche, non mantenibili e che se mantenute fortemente dannose per il debito pubblico.

E’ qui che va fatto un  plauso alle forze di governo per la loro serietà anche nell’esposizione del programma elettorale, sicuramente sobrio e realizzabile in confronto a quelli proposti dagli avversari.

In tutto ciò la coalizione è ormai vicina al 40% probabilmente anche grazie ai forse pochi ma magari utili numeri che registrerà Energie per l’Italia, l’unico vero e proprio soggetto nuovo nel panorama politico italiano con un programma chiaro, realizzabile ma soprattutto innovativo. Una forza politica che pare essere la Forza Italia del ’94, ma che pare purtroppo stia subendo una sorta di emarginazione politica da parte degli alleati, forse perché veramente rivoluzionaria e ritenuta capace di riorganizzare l’intero centrodestra.

Fortunatamente quella di Parisi sarebbe una rivoluzione gentile, e soprattutto coerente con il popolo che per vent’anni ha sperato di poter rilanciare il paese.

Il centrodestra, va detto, non è mai stato questo, la svolta così a destra probabilmente è quella decisiva per la vittoria così come si è visto in molti paesi del mondo ma va recuperato uno spirito liberale, riformista e profondamente moderato che è stato la chiave dei maggiori successi dal 1994 ad oggi.

Berlusconi vuole vincere a tutti i costi e sta facendo di tutto per realizzare il suo ultimo sogno politico, ma il suo popolo - quello vero - sa che bisogna vincere a determinate condizioni. Bisogna vincere per governare, per dare stabilità e crescita al paese altrimenti che senso ha?

Lorenzo Costanza