Il rapporto presentato il 20 gennaio sugli abusi commessi dal clero in Germania - realizzato da parte dello studio legale Westpfahl Spilker Wastl e commissionato dalla stessa Chiesa cattolica - che ha preso in esame quanto avvenuto nella diocesi di Monaco e Frisinga dal dopoguerra ad oggi, non era stato commentato dall'attuale arcivescovo metropolita dell'arcidiocesi, il cardinale Reinhard Marx, che non aveva partecipato alla conferenza stampa di presentazione, facendo però sapere che lo avrebbe commentato, giovedì 27 gennaio. 

Il cardinale Reinhard Marx non ha mancato l'appuntamento assumendosi le responsabilità, anche a nome della Chiesa, di quanto accaduto e chiedendo perdono alle vittime:

«Chiedo ancora una volta perdono alle vittime degli abusi ma anche ai fedeli, che ora dubitano della Chiesa, che non si fidano più dei responsabili e la cui fede ha subito danni. La mia colpa più grande è stata quella di aver trascurato gli abusati. Avrei dovuto impegnarmi di più. La Chiesa era diventata un luogo di sciagura e paura, non di consolazione». Chi nega che vi sia bisogno di una riforma strutturale non ha capito la portata della sfida».

 In relazione a due casi in cui è stato direttamente tirato in ballo nel rapporto, Marx ha detto:

«In almeno un caso, mi rimprovero di non essere intervenuto attivamente. Avrei potuto agire di più e con maggiore impegno? Certamente sì».

In rapporto a quelle accuse, il 21 maggio scorso il cardinale dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga aveva presentato le dimissioni a papa Francesco da cui però aveva ricevuto l’invito a continuare la missione pastorale. Comunque  Reinhard Marx ha voluto precisare che

«anche in vista dei prossimi passi che bisogna compiere per un'elaborazione più affidabile, nel segno di una maggiore attenzione verso le vittime e per una riforma della Chiesa... se emergesse l'impressione che io possa rappresentare più un impedimento che un aiuto, cercherò il dialogo nei luoghi competenti per vedere se continuare o meno. Si tratterà però di una decisione che non posso più prendere da solo».

Nel rapporto sugli abusi presentato il 20 gennaio è stato accusato anche il papa emerito Benedetto XVI nel periodo (1977-1982) in* cui aveva guidato la stessa arcidiocesi, per non aver preso misure adeguate in relazione ad almeno quattro casi di cui era stato messo a conoscenza.