Accompagnato da Toninelli e Grillo, il capo politico dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, è uscito dall'incontro con Mattarella annunciando quello attuale come momento storico: col sorriso sulle labbra ha detto di aver comunicato il nome del premier al presidente della Repubblica.

Poi si è complimentato per il lavoro svolto dal Movimento in questi 80 giorni e per il fatto che nel programma di governo ci siano i 20 punti promossi in campagna elettorale per privilegiare, prima di tutto, gli interessi degli italiani.

Se il presidente confermerà il nome del premier, nascerà un governo politico che darà vita alla terza Repubblica.

E il nome del premier? Boh! Questo il serafico e soddisfattissimo Di Maio si è dimenticato di dirlo... anzi, non lo ha proprio voluto dire, per osservare forse il protocollo o per tutelarlo da una possibile bocciatura, tanto che i giornalisti presenti, mentre la delegazione pentastellata trotterellava allegramente verso l'uscita. si sono messi ad urlargli dietro il NOMEEE...

Niente da fare. Gli allegri e soddisfatti 5 Stelle si sono astenuti dal dirlo, anche se le agenzie continuano a riportare quello dello sconosciuto, ai più, Giuseppe Conte.



Dopo quella pentastellata, è stata la volta della delegazione leghista, con Centinaio, Giorgetti e Salvini. Il leader della Lega ha esordito di aver comunicato a Mattarella il nome del premier, senza però renderlo noto, e di esser voglioso di partire.

Salvini, nel suo intervento, ha fatto riferimento alle dichiarazioni provenienti dall'estero relative alla sostenibilità del programma riassunto nel contratto di governo, dichiarando come nessuno abbia niente da temere.

Al primo posto della sua azione vi è l'interesse degli italiani, con la volontà di far crescere il Paese. Nuove scelte politiche, d'altronde, si rendono necessarie perché negli ultimi cinque anni il debito italiano è cresciuto di 300 miliardi.

Per questo, qualcuno all'estero da adesso dovrà cambiare la sua prospettiva, ha detto Salvini, perché quello italiano non sarà un governo remissivo.

Ora, non rimane che Mattarella dia l'incarico al premier, chiunque sia, in modo che questo possa poi sottoporgli la lista dei ministri e il presidente la convalidi, prosegua, poi, con il giuramento e, infine, mandi il governo a chiedere la fiducia in Parlamento. Probabilmente sarà necessaria ancora una settimana prima di di vederlo all'opera.

A proposito... a conferma della "geniale singolarità" di questo nuovo corso politico, il nome del premier indicato al presidente della Repubblica che dalle due delegazioni non è stato comunicato all'uscita dai colloqui al Quirinale, è stato poi reso noto poco dopo sul blog del Movimento 5 Stelle: è Giuseppe Conte.