La Corea del Nord ha tentato di rubare informazioni sui vaccini e sui trattamenti relativi al coronavirus hackerando il colosso farmaceutico Pfizer, secondo quanto riportato da Ha Tae-keung, un parlamentare sudcoreano dell'opposizione che fa parte della Commissione che controlla l'intelligence che ha reso nota un'informativa  della NIS, National Intelligence Service.

Lo spionaggio digitale indirizzato ad istituzioni e aziende che operano in campo sanitario, scienziati e produttori di farmaci è aumentato durante la pandemia da Covid.

Le sedi di Pfizer in Asia e Corea del Sud non hanno rilasciato commenti a quanto dichiarato dal legislatore coreano che, di per sé, non è certo una novità, visto che già lo scorso anno hacker nordcoreani avevano tentato di entrare nei sistemi di almeno nove aziende sanitarie, tra cui Johnson & Johnson, Novavax e AstraZeneca.

Esperti sanitari hanno affermato che gli hacker della Corea del Nord potrebbero essere più interessati a vendere i dati rubati che ad usarli per sviluppare un vaccino in quel Paese.

Si prevede che la Corea del Nord riceverà quasi 2 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca-Oxford COVID-19 entro la prima metà di quest'anno ma solo attraverso il programma COVAX, pur non avendo comunicato la presenza di contagi nel Paese.