Il Fondo Monetario Internazionale ha espresso le sue indicazioni sull'Italia, con ovvia annessa ricetta per contromisure e miglioramenti.

La buona notizia è che l'FMI vede il Pil italiano in crescita dell'1,3% per il 2017, rispetto al +0,8% stimato ad aprile, ma in "rallentamento intorno all'1%" nel 2018-2020.

Ma non è detto che la previsione di crescita possa essere rispettata, a causa di "rischi al ribasso significativi" legati a fragilità finanziarie, incertezza politica, interruzione nel processo di riforme, per non parlare delle possibili conseguenze che potrebbero derivare dalla Brexit e dalle scelte di Trump legate al commercio.

Inoltre, l'FMI ritiene che l'obiettivo del governo per un deficit all'1,2% del Pil per il 2018 sia appropriato, segnalando che un avanzo strutturale dello 0,5% fornirebbe una valida garanzia per la discesa del debito in caso di shock.

I Non Performing Loan sono visti ancora come il problema principale delle banche italiane e gli sforzi per la loro riduzione devono essere uno dei principali obbiettivi del sistema bancario.

Per il rilancio dell'economia, l'FMI ricorda la necessità di ridurre gradualmente le aliquote fiscali sul lavoro, spostando la tassazione su immobili e consumi, allargando la base imponibile dell'Iva. Tra le indicazioni c'è anche quella di allineare i salari in base alla produttività, anche facendo ricorso ad un salario minimo "possibilmente differenziato su base regionale".

Nonostante quanto fatto negli ultimi anni, il Fondo Monetario chiede all'Italia ulteriori interventi sulla spesa pensionistica, perché "esistono sacche di eccessi che devono essere razionalizzati".