La prima cosa da sottolineare quando si parla di Camomilla è che tutti noi con questo nome intendiamo la cosiddetta camomilla comune che scientificamente si chiama Camomilla matricaria, ben distinta dalla Camomilla romana.

Probabilmente è la pianta medicinale più conosciuta in Occidente per il suo blando effetto sedativo ma va subito segnalato che le moderne ricerche e conoscenze scientifiche ne hanno ormai modificato il ruolo con indicazioni terapeutiche diverse da quanto sinora ritenuto nel sentire comune.

I capolini della Camomilla, ossia i pallini gialli che tutti noi conosciamo, contengono un olio essenziale e alcuni flavonoidi e polisaccaridi che hanno una ben nota ormai azione antinfiammatoria e spasmolitica a livello di mucosa gastrica e duodenale.
Alcune altre sostanze della pianta hanno poi mostrato una buona capacità battericida e antiulcera specifica, in grado di prevenire i danni da stress e alcool.
La nostra Farmacopea prevede addirittura una monografia relativa al fiore di Camomilla e una dedicata all'estratto secco ad alto titolo di principi attivi.

Nella tradizione popolare, il rimedio erboristico più conosciuto è senz'altro la tisana di Camomilla, in particolare per i disturbi di tipo gastrico.
La cosa fondamentale è che si assumano estratti di Camomilla standardizzati e titolati in principi attivi (rivolgetevi al vostro erborista di fiducia per avere un consiglio specifico per il vostro caso), in modo tale da poter essere utilizzati validamente in numerose affezioni del tratto digestivo, nei casi di gastriti e coliti o per esofagiti e ulcere peptiche infettive o tossiche; anche in associazione con estratti di altre piante.

La Camomilla va utilizzata con cautela e sempre su consiglio professionale del proprio erborista di fiducia in quanto può risultare non ben tollerata a livello gastrico o essere anche responsabile di reazione allergiche.

In gravidanza e allattamento si possono assumere estratti secchi o olio essenziale solo se prescritti da un medico esperto in Fitoterapia.

La Camomilla romana, al contrario di quella comune, è controindicata nelle gastriti acute e nei pazienti con ulcera gastrica o duodenale.

Articolo inviato da Clorofilla Erboristeria